Ospedale di Pozzuoli, lettera aperta dei medici: “Non siamo eroi un giorno, un altro criminali”

In questo momento di difficoltà non giovi a nessuno alzare i toni e favorire polemiche che non abbiano una valenza strettamente operativa.

Non si può essere eroi un giorno e ‘criminali’ il giorno successivo. Siamo sempre professionisti che possono sbagliare, ma che, sempre in buona fede, adottano difficili scelte terapeutiche e comportamentali”. In una lettera aperta, i primari dei reparti dell’ospedale Santa Maria delle Grazie, a Pozzuoli in provincia di Napoli, affrontano il nodo dei contagi nel nosocomio e dicono: “Il clamore mediatico che sta travolgendo in questi giorni l’ospedale impone, a noi professionisti, l’obbligo di fornire una diversa chiave di lettura degli episodi recenti”.Non ci sembra giusto – affermano – che il ritorno ingeneroso del clamore di fatti spesso non completamente esatti, crei insicurezza nella popolazione e nei pazienti”. “Con il senno di poi tutti possono sentirsi autorizzati a criticare le scelte adottate – evidenziano – Ma certamente le scelte di noi professionisti sono sempre votate alla cura e al trattamento dei pazienti”. “Cercheremo, in tempi brevi, di favorire ulteriori percorsi di accettazione e di terapia – fanno sapere – in modo da minimizzare i rischi di contagio e riuscire a dare una risposta anche a tutte quelle patologie non oncologiche che affliggono la nostra popolazione e che, per questa emergenza, sono state accantonate come nel resto del Paese”.
“Non entriamo nel merito di quanto accaduto – scrivono – ma ci sembra ingeneroso dimenticare improvvisamente tutto quello che di buono si è riusciti a realizzare in questo ospedale”.
“Il nostro contributo operativo sarà, come sempre, ma ancor più forte da oggi – assicurano – di fornire il nostro bagaglio di esperienza clinica in piena sinergia con il management aziendale affinché in tempi brevissimi sia possibile fornire, nuovamente, una corretta risposta ai bisogni di salute dei pazienti”.Crediamo – aggiungono – che in questo momento di difficoltà non giovi a nessuno alzare i toni e favorire polemiche che non abbiano una valenza strettamente operativa. Cui prodest?”
Confidiamo e, siamo certi, che lo sforzo collettivo sia, da tutti noi, proiettato alla cooperazione per la risoluzione dei problemi e non alla disgregazione del patrimonio professionale ed umano del nostro Ospedale“. I medici spiegano che quanto accaduto a Pozzuoli, “che ci rattrista e ci addolora”, è “purtroppo avvenuto in molti ospedali italiani e potrà continuare ad accadere anche in futuro per la difficile gestione di questa pandemia poco comprensibile nelle dinamiche infettive”. Questo perché “allo stato, non esiste nel mondo un modo univoco di trattamento e di contenimento della malattia”.

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