Ospedale del mare, De Luca taglia il polo materno infantile: è scontro con la Grillo

Il ministro della salute: “Il governatore fa intendere che nel nuovo piano ospedaliero non è prevista la struttura, sta contravvenendo a quanto prescritto dal Dm 70. Il reparto è costato 4 milioni, passerà sul mio corpo”. Per la sanità campana siamo alla resa dei conti governo-Regione

Per la sanità campana siamo alla resa dei conti tra governo e Regione. Il colpo di pistola potrebbe essere il Polo materno-infantile dell’Ospedale del mare. “Per smantellarlo De Luca deve passare sul mio corpo” attacca il ministro della Salute, Giulia Grillo.

 

LE PAROLE DI DE LUCA – In mattinata, il governatore De Luca aveva inaugurato  il dipartimento d’emergenza e accettazione di I Livello all’Ospedale del Mare. E aveva ufficializzato:  “Oggi mandiamo al ministero della Salute il nuovo piano ospedaliero. All’interno abbiamo inserito per l’Ospedale del Mare un presidio di ginecologia e ostetricia h24 visto che il reparto materno infantile andrà al Loreto Mare”. Motivando la scelta, De Luca aveva precisato: “Abbiamo deciso in base a un problema di vita o di morte del Loreto Mare, perché altrimenti dovevamo chiuderlo. Vogliamo lasciare nella zona di Napoli centro un presidio importante e quindi porteremo lì il reparto materno infantile. Quanto alle attrezzature nuove del reparto, Il direttore dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, aveva chiarito che verranno smontate e trasferite al Loreto Mare.

 

 

LA REAZIONE DEL MINISTRO –  Alle parole di De Luca reagisce il ministro. “Apprendo dalle agenzie di stampa che il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – afferma Grillo -, ha inviato oggi al ministero della Salute il nuovo Piano di riorganizzazione ospedaliera. Dalle sue dichiarazioni si fa intendere che, contravvenendo a quanto prescritto dal Dm 70, nel nuovo piano non è previsto il Polo materno-infantile presso l’Ospedale del Mare” di Napoli, “struttura all’avanguardia, autorizzando a delocalizzarne tutte le attrezzature al vecchio ospedale Loreto Mare”. “Mi riservo di vedere il testo, che al momento – aggiunge – non ci è ancora pervenuto, ma De Luca si faccia una ragione che non passerà alcuna richiesta di accreditare un piccolo punto nascita, in deroga al parere negativo di tutte le maggiori associazioni scientifiche nazionali di ostetricia, pediatria e neonatologia. Io stessa ho visitato nei mesi scorsi il nuovo Polo dell’Ospedale del Mare, e ribadisco quanto già detto in quell’occasione”. Grillo spiega: “È indispensabile, per la sicurezza delle mamme e dei bambini dell’area metropolitana di Napoli  che si riorganizzi la rete materno-infantile e dei centri nascita secondo gli standard di sicurezza garantiti ovunque in Italia. E che tale organizzazione contempli il ripristino del Polo materno-infantile dell’Ospedale del Mare, costato 4 milioni di euro e mai avviato pur essendo già in possesso della formale autorizzazione sindacale all’esercizio, utilizzando le risorse strutturali e tecnologiche già allestite, nonché le risorse umane e organizzative, prontamente disponibili presso la stessa Azienda Na 1 Centro, nel P.O. Santa Maria di Loreto”.

 

“Le emergenze ostetriche – precisa Giulia Grillo – vanno gestite secondo gli standard di sicurezza previsti dalla legge, e cioè all’interno di un Dea e con presenza di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale. La maggior parte dei centri nascita accreditati in Campania non possiede tali requisiti, né raggiunge la soglia minima di expertise di 1.000 parti/anno, né quella di efficacia rispetto alla percentuale di tagli cesarei”. “Il Loreto Mare, che pure è un importante presidio per l’area metropolitana – conclude il ministro – essendo un ospedale generale non dispone delle discipline specialistiche necessarie a gestire parti in sicurezza. Ricordo che nei prossimi giorni è prevista una nuova verifica del Piano a cura del tavolo di verifica degli adempimenti regionali, contestualmente al Comitato permanente per la verifica dei Lea. Per questo, la Campania deve cambiare passo: De Luca non può continuare a perpetuare quegli errori che nei decenni scorsi hanno portato la sanità regionale nel baratro”. Sullo sfondo, si intravede lo scontro finale tra Palazzo Santa Lucia e Palazzo Chigi. Nelle scorse settimane, il consiglio dei ministri ha approvato un decreto per ripristinare l’incompatibilità tra i ruoli di presidente della Regione e commissario alla sanità, cancellando la norma varata 2 anni fa dal governo di centrosinistra, per consentire a De Luca di ricoprire entrambe le cariche. Un preavviso di sfratto per il governatore campano, che ha bollato la mossa come “un’idiozia”, ma ostentando tranquillità: “Non ci sono più motivi perché la Campania sia commissariata, a fine novembre avremo il solito incontro con il ministero dell’Economia e della Salute nel quale presentiamo il piano di rientro triennale”. La Regione, dalla scorsa estate, ha presentato richiesta di uscita dal piano di rientro dal deficit. Fonti vicine al ministero della Salute, tuttavia, ribadiscono che non ci sarebbero i requisiti per l’obiettivo. La Campania sarebbe ancora sotto la soglia minima di punteggio nei livelli essenziali di assistenza, prevista per legge. L’asticella dei Lea è fissata a 160, lontana oltre 10 punti. Contro De Luca anche i componenti del MoVimento 5 Stelle della commissione Affari sociali della Camera: “Il Presidente della Campania ha già fatto abbastanza danni alla sanità regionale e non permetteremo che ne faccia altri. Siamo certi che il ministro Grillo impedirà lo smantellamento del Polo”.

Gianmaria Roberti

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