Nomine, De Luca randella il Corsera: “Analfabetismo giornalistico”. La replica: “E’ Crozza?”

Un pezzo di Marco Demarco sui mille incarichi alla Regione fa imbufalire il governatore: “In un articolo di un sedicente giornalista, recidivo in queste performance di politica politicante, viene presentata la Regione Campania come una istituzione impegnata in operazioni di vasta clientela politica”

Quando si parla di giornalisti De Luca, si sa, non usa mai il fioretto ma spesso direttamente il randello. Arriva quindi una nuova puntata della disfida tra il governatore e la stampa, dopo l’articolo firmato da Marco Demarco sul Corriere della Sera che parla delle “mille nomine” del presidente della Regione, ribattezzato “De Luca il nominatore”. Una denuncia partita da Forza Italia, che sabato scorso ha tenuto una conferenza stampa sull’argomento. Va detto subito: De Luca non l’ha presa bene. E  attacca il quotidiano e il giornalista con una nota dall’eloquente titolo di “Analfabetismo giornalistico e Corriere della Sera”. “Nell’ambito della lunga campagna di diffamazione e mistificazione ospitata dal Corriere, viene proposta – afferma De Luca – un’altra perla. In un articolo di un sedicente giornalista, recidivo in queste performance di politica politicante, viene presentata la Regione Campania come una istituzione impegnata in operazioni di vasta clientela politica. Viene ripreso in maniera acritica – e scorrettamente, senza dare nemmeno conto delle posizioni già espresse dalla Regione – il contenuto di una conferenza stampa di due soggetti dell’opposizione, che propongono argomenti ridicoli”. De Luca bastona senza pietà, dando vita ad un regolamento di conti con Demarco, giornalista di lungo corso ed ex direttore del Corriere del Mezzogiorno. Non proprio un “sedicente giornalista”.

“Si presentano come “nomine” (ovviamente clientelari…) le designazioni – prosegue il governatore – dei direttori generali delle Asl, dei dirigenti e funzionari interni all’amministrazione regionale chiamati a garantire la titolarità di uffici e commissioni per legge o regolamento, perfino le nomine di assessori. Dovranno convincersi definitivamente. La Campania è oggi un modello di rigore spartano e di trasparenza amministrativa, che ha ridotto le aziende partecipate da 41 a 7; che ha eliminato incarichi legali esterni, che è passata dal letargo amministrativo all’efficienza. E’ la Regione che ha ereditato dal precedente governo regionale 1,3 miliardi di deficit (consuntivo 2013); 159 milioni di debiti verso Trenitalia, una sanzione europea per infrazione ambientale frutto della nullità amministrativa della precedente giunta e a cui stiamo ponendo rimedio (sono questi i 22 milioni…). E ancora decine di milioni di euro di debiti per i Piani sociali di zona, per contenziosi di ogni tipo, per parcelle milionarie. E’ la Regione nella quale il Capo di Gabinetto si raddoppiava lo stipendio, ed è stato invitato a restituire le somme non dovute”. Dopo aver ricordato che “tutte le informazioni di dettaglio sono sul Bollettino Regionale, e sul sito della Regione” De Luca promette: “Ne metteremo in evidenza altre ancora più specifiche, perché ogni cittadino possa verificare a che punto di analfabetismo e disonestà intellettuale può condurre la volontà di mettere in piedi campagne diffamatorie”. E infine il guanto di sfida: “Ovviamente, siamo pronti a qualunque confronto pubblico, in qualunque sede, con il Corriere”. E De Marco? Laconico il commento su Twitter: “Dicono sia De Luca, ma io sospetto sia Crozza…”

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