Napoli, voto di scambio: 25 rinviati a giudizio

Il processo prenderà il via il prossimo 21 dicembre

Venticinque rinvii a giudizio oggi a Napoli per decine di indagati coinvolti nell’indagine della Procura della Repubblica sul voto di scambio nel capoluogo partenopeo per le elezioni amministrative del 2016.

Rinviati a giudizio noti politici e soggetti ritenuti legati alla camorra di del quartiere di Secondigliano

Tra i politici rinviati a giudizio dal gup Giovanni Vinciguerra anche Stanislao Lanzotti, all’epoca dei fatti capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Napoli (difeso dal professore e avvocato Andrea Castaldo), gli ex senatori Salvatore Marano e Antonio Milo.

Michele Schiano di Visconti, attuale capogruppo di FdI in Consiglio regionale, ha scelto il rito abbreviato.

Lanzotti, alle ultime amministrative, è stato promotore della lista Azzurri per Napoli, a sostegno di Gaetano Manfredi.



Il primo luglio 2020 i sostituti procuratori Maurizio De Marco e Henry John Woodcock notificarono 27 avvisi per i reati di voto di scambio e ricettazione aggravati dalla finalità  mafiosa, dopo avere raccolto materiale probatorio relativo a numerosi episodi durante i quali sarebbero stati promessi denaro, agevolazioni di vario tipo e anche posti di lavoro in cambio di voti e pacchetti di voti per determinati candidati.

Nell’inchiesta, iniziata nel 2018, finirono coinvolte 82 persone, tra esponenti politici, dell’imprenditoria e della criminalità  organizzata di Secondigliano, in particolare della Vinella Grassi e del clan Di Lauro. Tra loro anche Severino Nappi, difeso dal professore Alfonso Furgiuele, per il quale però i pm presentarono istanza di archiviazione il 5 luglio 2019.


Il processo prenderà il via il prossimo 21 dicembre

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