Gli avvocati Giuliana Quattromini e Fabio Valerio Coppola legali di alcuni lavoratori diffidano l’amministrazione comunale. Gli assessori Marciani, Armato e Baretta convocano una riunione per il prossimo 26 gennaio
Parte la mobilitazione dei 19 dipendenti delle Terme di Agnano, azienda di proprietà del Comune di Napoli, che da oltre 10 mesi non percepiscono i salari(oltre a 15 mesi di pregresso).
I lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di lasciare i sindacati confederali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e di aderire all’organizzazione sindacale di base indipendente SI Cobas.
E non solo. Una diffida a firma degli avvocati giuslavoristi Giuliana Quattromini, Fabio Valerio Coppola, legali di alcuni lavoratori, è stata inviata al primo cittadino, agli assessori Teresa Armato, Pier Paolo Baretta, Chiara Marciani in merito all’ipotesi circolate nelle ultime ore sull’avvio di una procedura di licenziamento collettivo.
“I lavoratori, come noto al sindaco e agli assessori competenti vengono penalizzati non soltanto da un punto di vista economico ma anche psicologico, in quanto allo stato è remota l’ipotesi di una futura ripresa dell’attività delle Terme. Lo stato di degrado in cui versa la struttura termale è lo specchio dello stato psicofisico degli stessi lavoratori e lavoratrici ed è giunto ad un punto di non ritorno – sottolineano gli avvocati Quattromini e Coppola – A questo punto si aggiunga che, appena qualche giorno fa, nel corso di un’assemblea dei lavoratori, è circolata la notizia secondo cui potrebbe profilarsi l’ipotesi dell’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attivita“
Significativa una nota diffusa dai lavoratori durante le feste natalizie: “Una domanda sorge spontanea per il sindaco Manfredi e gli assessori: Vi siete mai chiesti come portiamo avanti le nostre famiglie? Come paghiamo mutui, fitti, utenze, assicurazioni? In più dovremmo anche mettere il “piatto in tavola”, la risposta ve la diamo noi, siamo disperati, nel vero senso della parola, avremmo bisogno di qualcuno che ci insegni a vivere senza soldi, ci abbiamo provato ma non ci riusciamo“.
Eloquente una nota del SI Cobas Napoli. “Dopo aver atteso per anni una felice soluzione per la questione del futuro delle Terme di Agnano, i lavoratori e lavoratrici, stremati dalle false promesse, da 15 mesi senza stipendio da Febbraio 2023 con un acconto 700 euro sull’ultimo acconto sullo stipendio, hanno scelto di organizzarsi con il SiCobas con l’assemblea di Giovedì 11 Gennaio – sottolinea Si Cobas – La disperazione di chi, essendo monoreddito, non sa più come fare per andare avanti, deve trasformarsi in organizzazione. Dopo solleciti e richieste dalle ore successive alla costituzione sindacale, notizia di oggi dopo aver avanzato con insistenza un incontro formale, finalmente il Comune di Napoli ci ha convocati per il 26 gennaio per discutere la questione. Ora è il momento delle risposte concrete per consentire ai lavoratori ed alle lavoratrici un futuro sicuro e soprattutto gli stipendi che spettano! Per fare questo serve il protagonismo diretto dei lavoratori e delle lavoratrici“.
Nei giorni scorsi in una dichiarazione a IlDesk.it, il Liquidatore della società Terme di Agnano Pietro Paolo Mauro aveva smentito la rottura delle trattative per la vendita degli immobili delle Terme di Agnano all’Inail. “La trattativa ha subito dei rallentamenti perchè i precedenti amministratori non hanno provveduto ad inviare all’Inail la relativa documentazione e la formulazione dell’offerta – dichiarò Pietro Paolo Mauro – Ritardi assurdi, inauditi accumulati in passato. Comunque, ora finalmente si aprirà un confronto con l’ente. Non c’è più tempo da perdere per rilanciare quanto prima un’area di immenso valore per la città di Napoli, garantire i livelli occupazionali e i salari dei 19 dipendenti”.
L’Inail ha aperto l’istruttoria per la verifica della compatibilità tecnica, sanitaria ed economico-finanziaria dell’investimento, nonché della situazione relativa alla concessione di sfruttamento delle acque termali. Prevista la ristrutturazione degli immobili, in primis dell’albergo che sarà composto da circa 100 camere.
CiCre