Napoli, staffista licenziata: permangono dubbi. Clemente diffida ma non risponde

L’assessora ha il dovere di informare l’opinione pubblica e i cittadini. Fare chiarezza significa rispettare le istituzioni della Repubblica

Rimangono i dubbi sul licenziamento di Simona Ascione, la staffista rimossa dall’assessore Alessandra Clemente, componente della giunta di Luigi de Magistris. Lo scorso 4 gennaio, l’assessore Clemente ha inviato una lunga nota a Il Desk.it tramite l’avvocato Roberta Rispoli. Nota che il nostro giornale ha provveduto a pubblicare integralmente lo stesso giorno di ricezione con risalto analogo all’articolo dello scorso 2 gennaio. Atto dovuto. La vicenda, però, rimane controversa. L’assessora più che diffidare gli operatori dell’informazione dovrebbe contribuire a  fare chiarezza, affermare, così, con i fatti la “democrazia partecipativa”, la “trasparenza politica ed amministrativa” rispondendo senza tentennamenti alle questioni e alle domande sollevate.  L’assessora, per esempio, non ha replicato al post pubblicato   su Facebook lo scorso 31 dicembre da  Mauro Grimaldi, marito di Simona Ascione, post  ripreso proprio  dall’articolo de Il Desk pubblicato lo scorso 2  Gennaio. Ricordiamo le dichiarazioni del marito di Simona. “È chiaro che l’ingiustizia subita da mia moglie, rientrata da poco dalla maternità dimostra una totale noncuranza verso i diritti delle donne, verso la famiglia, verso la meritocrazia o le oggettive capacità, mia moglie ha due lauree, un master e parla un perfetto inglese, ma a Napoli abbiamo decoratori di dolci e baristi nelle posizioni di vertice quindi forse conveniva un corso di taglio e cucito – sottolineava Grimaldi –  Sono oltremodo deluso, e dovreste indignarvi tutti, da chi professa una difesa ad oltranza di tutti i più alti valori morali e civici come amore, pace, occupazione ed integrazione facendone spot elettorali ma che in questo frangente sono stati pesati, misurati e trovati assolutamente mancanti”. Dichiarazioni dure, eloquenti. Perché l’assessore Clemente  non ha replicato a  Grimaldi?

Il post su Facebook di Mauro Grimaldi

Tante perplessità.  Tra l’altro, emergerebbero molte imprecisioni.  L’assessora sostiene che Simona è tornata al lavoro a dicembre 2018 ma il periodo di tutela della lavoratrice madre terminava ad Agosto scorso. E stando ad alcune indiscrezioni trapelate da Palazzo San Giacomo, l’assessore Clemente proprio ad Agosto 2019 avrebbe chiesto informazioni all’ufficio del personale per sapere se licenziando Simona Ascione avrebbe potuto utilizzare le “risorse liberate” per aumentare i compensi, le spettanze degli altri staffisti. Alla risposta affermativa dell’ufficio personale, l’assessorato avrebbe contattato telefonicamente  Simona Ascione (quando era ricoverata in ospedale a causa di un’infezione) comunicando la risoluzione del rapporto di collaborazione. La risoluzione del rapporto si è concretizzata il 12 gennaio scorso al rientro dalla malattia. L’assessore intende fornire ulteriori dettagli? L’assessora dovrebbe rispondere senza tentennamenti ad alcune domande semplici semplici: Perché la lavoratrice mamma è stata licenziata? Qual è la causa che ha determinato la risoluzione del contratto di staff? Come si articolava l’orario di lavoro della staffista? Quante ore di lavoro effettuava ogni giorno la lavoratrice? A Simona è stato chiesto di effettuare lavoro straordinario, di alternarsi in turni di lavoro? Alla lavoratrice è stato chiesto di lavorare in attività esterne al Comune di Napoli? Quali? Dove? I diritti individuali e collettivi non sono accessori. Domande che esigono risposte. Domande che non possono essere cancellate o rimosse inviando diffide o preannunciando “querele temerarie”.  L’assessore ha il dovere di informare l’opinione pubblica e i cittadini. Informare e fare chiarezza significa rispettare le istituzioni della Repubblica.

Ciro Crescentini

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