Sindaco, assessore alle partecipate e consiglieri ‘ribelli’ continuano a tacere di fronte ad un gravissimo atto di ingiustizia sociale
Soltanto il consigliere del Pd, Diego Venanzoni e il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle hanno assunto una netta posizione sulla scandalosa scelta politica e amministrativa dell’Anm, azienda di trasporto pubblico locale di proprietà del Comune di Napoli di collocare 569 lavoratori in Cassa integrazione per 9 settimane (percepiranno 700 euro al mese netti) e mantenere in attività i dirigenti e quadri che percepiscono gli stipendi e i superminimi d’oro. Il sindaco Luigi de Magistris, l’assessore alle partecipate Enrico Panini e i vari consiglieri delle “correnti antagoniste, ribelli o pseudo rivoluzionarie” sono rimaste in silenzio. Significativo le dichiarazioni di Matteo Brambilla, capogruppo del Movimento 5 Stelle. “In questi giorni uno degli argomenti “forti” sul piatto del dibattito politico napoletano è la vicenda dei lavoratori Anm messi in cassa integrazione per 9 settimane dall’azienda – afferma Brambilla – Da parte di USB ci si chiede come mai non si sia pensato a tagliare i superminimi dirigenti, cosa prevista da delibera 220 votata anni fa in aula. Sull’argomento già nel 2017 intervenni in aula,una volta a marzo 2017 ed una ad ottobre 2017, per chiedere “giustizia” e conto delle disparità di trattamento evidente tra dipendenti e dirigenti/quadri. Questi argomenti sono ancora tabù per l’amministrazione dei proclami e delle televisioni, che quando c’è da intervenire seriamente su privilegi odiosi in particolare in questo momento drammatico per la vita lavorativa di tutti, sembra girare la testa”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale del Partito Democratico, Diego Venanzoni che ha inviato una nota al sindaco Luigi de Magistris, all’assessore alle partecipate Enrico Panini chiedendo di sospendere i premi, superminimi, incentivi ed emolumenti fino ad oggi erogati in favore dei 165 dirigenti, capi e quadri dell’Anm.
Uno spreco, ingiustizia sociale. Un dipendente Anm percepisce mediamente meno di 17 mila euro annui, superminimi esclusi. Un dirigente invece tra i 70 mila e i 174 mila, senza tener conto dei sostanziosi premi di risultato. Tra le 4 e le 10 volte di più. E a Palazzo San Giacomo continuano a parlare di “rivoluzione” o “laboratorio Napoli”.
CiCre