Napoli: “Noi lavoratori e disabili abbandonati da de Magistris”

 

Cancellato il servizio assistenza scolastica per 300 studenti disabili, licenziati 106 operatori

L’amministrazione comunale di Napoli di Luigi de Magistris, l’assessore alle politiche sociali, Roberta Gaeta hanno cancellato l’assistenza scolastica materiale in favore di circa 300 studenti portatori di handicap e avallato il licenziamento di 106 lavoratori e lavoratrici. Studenti e lavoratori lasciati soli, abbandonati dai consiglieri delle forze politiche di tutti i colori. Consiglieri che durante le campagne elettorali o davanti alle telecamere della televisione si sciacquano la bocca di legalità, giustizia sociale, uguaglianza, diritti e sono pronti alla fuga appena sorgono problemi sociali delicati. Ipocrisia. Ipocrisia pura.

Durissima una nota inviata a “Il Desk” da Rosaria, una lavoratrice : ” sino a giugno del 2016 avevo un lavoro dignitoso che mi permetteva di poter vivere. Ero una assistente all’autonomia del diversamente abile nelle scuole, in poche parole affiancavo i professori laddove vi era una difficoltà come cambiare un pannolone, farli mangiare, accompagnare il ragazzo ad una gita scolastica – puntualizza Rosaria – Gli operatori Osa erano stati introdotti nelle scuole dopo la famosa legge 180 con la quale si abolivano tutte quelle strutture dove venivano rinchiusi queste persone – continua Rosaria –  Napoli, dopo Gorizia fu una delle prime città del Sud che introdusse questa figura nelle scuole. Un servizio introdotto durante le giunte bassoliniane, creando posti di lavoro e dando finalmente dignità  a chi ne  aveva bisogno. Un servizio che è durato con il sindaco Rosa Russo Iervolino. Un servizio cancellato dal sindaco Luigi de Magistris – sottolinea ancora Rosaria –  Questo Comune ha altre priorità, si sono trovati soldi  per le feste  ma non per i disabili, costretti ad essere chiusi nelle case come negli anni ottanta. Disabili che dopo  la terza media, non possono più frequentare le scuole perchè  il servizio secondo Palazzo San Giacomo  non è più necessario. Le famiglie sono costrette a pagare persone che restano a casa con i figli,   trasferirsi fuori Napoli per poter permettere al proprio figlio di avere una vita “normale”. Una dura accusa agli esponenti politici e istituzionali cittadini. “Non hanno voluto ascoltarci, prendere in considerazione le nostre proposte – evidenzia l’ operatrice – Un servizio utile e finalizzato in favore di soggetti deboli è stato smantellato. Abbiamo svolto con impegno e passione un’attività specialistica”.

Un servizio sociale cancellato  secondo la solita logica burocratica, tecnocratica dei ‘numeri’, delle compatibilità economiche. Eppure, l’indirizzo politico del governo cittadino di Palazzo San Giacomo dovrebbe comprendere come obiettivo prioritario l’erogazione delle prestazioni inerenti i diritti civili e sociali. Tra l’altro, la Corte Costituzionale con la sentenza 275 del 2016 ha annullato una legge della regione Abruzzo perché condizionava la copertura delle spese necessarie a garantire il trasporto scolastico degli studenti disabili alla disponibilità delle risorse finanziarie necessarie. Cosa intende fare il governo cittadino? Attiverà iniziative, individuerà soluzioni per ripristinare il servizio?

                                                                                                   Ciro Crescentini

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