Napoli, M5s: “da tre anni denunciamo stipendi d’oro all’Anm. De Magistris è sordo”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Quasi 3 anni fa, il 23 maggio 2017 il Consiglio Comunale approvò una delibera sulla razionalizzazione degli stipendi dei dirigenti delle Aziende Partecipate, un atto dovuto come all’epoca fu spiegato dall’Assessore al Bilancio Panini; questo provvedimento doveva essere applicato entro 6 mesi dall’esecutività della delibera, ma nulla è stato fatto. Si stabilì che il trattamento economico dei dirigenti e dei quadri non potesse eccedere gli importi minimi delle voci retribuzioni fisse e variabili previste nei contratti collettivi nazionali, e fu anche prevista una sanzione economica del 5% nei confronti delle società inadempienti.

Nel consiglio comunale del 9 ottobre 2017 il Movimento 5 Stelle, relativamente alla situazione di ANM, invitava l’amministrazione comunale a ripristinare una corretta etica politica e ad agire con responsabilità, disponendo, come previsto dalla legge, la riduzione del 30 % degli stipendi degli amministratori dell’ANM SpA, che per tre anni di fila aveva prodotto bilanci in passivo, perché non si possono premiare dirigenti che non conseguono gli obiettivi di efficienza ed efficacia nell’attuazione del servizio del trasporto cittadino.

Matteo Brambilla e Marta Matano consiglieri comunali del M5S

L’Anm è una società partecipata sottoposta al controllo analogo da parte del Comune di Napoli, è in concordato preventivo, ed ora, al tempo del Coronavirus, si trova ad affrontare la crisi del trasporto pubblico locale, con la realizzazione di minori entrate dovuta al lockdown della città ed alla conseguente riduzione delle corse e del numero di utenti. Per salvare l’azienda la richiesta del Comune di Napoli è stata quella di cancellare i premi di produttività per 2.500 dipendenti (per circa 3 milioni di euro) ed i superminimi a 165 dirigenti e quadri (per circa 1 milione e 300 mila euro). La prima misura è stata adottata immediatamente, mentre la seconda misura non è stata ancora applicata.

L’Anm ha chiesto la cassa integrazione per 9 settimane per 569 lavoratori che subiranno una riduzione oraria fino all’80% con le dirette conseguenze sugli stipendi. Le difficoltà stanno ricadendo solo su alcuni lavoratori e sui cittadini, a causa del taglio del servizio del trasporto su gomma, della riduzione delle linee e degli orari e dell’aumento delle tariffe, mentre i vertici aziendali continuano a guadagnare i loro lauti stipendi. Stiamo denunciando queste disparità da più di 3 anni, senza interventi da parte dell’Amministrazione.

Tacciono i sindacati (con l’eccezione dell’USB), i consiglieri di maggioranza, il Vicesindaco nonché Assessore ai Trasporti Enrico Panini. Tace anche il Sindaco Luigi de Magistris. Esortiamo i responsabili di tutto ciò a porre rimedio alla malagestione dell’ANM. Sia fatto un atto di giustizia sociale sulla gestione del personale durante l’emergenza da Covid-19.

Marta Matano Matteo Brambilla Portavoce consiglieri M5s

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