Si recheranno domani dal Cardinale Sepe: chiedono lo sblocco dei finanziamenti per far aprire i cantieri

NAPOLI – Una delegazione di lavoratori edili, impegnati nella realizzazione delle linee 1 e 6 della Metropolitana, assieme alle organizzazioni sindacali, si recherà domani dal Cardinale Sepe per chiedere una udienza da parte del Santo Padre in occasione della visita pastorale in programma a Napoli sabato 21 marzo. E’ quanto riferisce il segretario generale della Fillea-Cgil di Napoli, Ciro Nappo. “Centinaia – afferma Nappo – di operai non porteranno a casa il loro salario per aver aderito allo sciopero proclamato per oggi dal sindacato di categoria: eppure lo sciopero è diventato inevitabile, perché non solo è minacciato il loro posto di lavoro ma è in pericolo anche il futuro di Napoli e della nostra regione. Da mesi sollecitiamo la cantierabilità delle opere già approvate e finanziate relative alle linee  1 e 6 della Metropolitana di Napoli e che, con il completamento del tratto dal Centro Direzionale a Capodichino e la realizzazione del deposito di Arsenale, consentirebbero la piena occupazione per almeno 700 lavoratori che finalmente potrebbero rientrare al lavoro dotando finalmente la città di Napoli ed il territorio metropolitano di un’opera strategica ed indispensabile”.
“Le organizzazioni sindacali – aggiunge Nappo – stanno incalzando ormai da mesi Comune di Napoli, Regione Campania, Prefettura di Napoli ed Azienda concessionaria, affinché vengano compiuti tutti gli atti propedeutici e necessari alla apertura dei cantieri. Invece il tavolo di concertazione da noi richiesto non viene convocato e continuano ad essere alimentate nubi ed incertezze. Ogni giorno di ritardo è uno scippo a 700 lavoratori in attesa di rientrare al lavoro e arreca un grave colpo alla economia ed al degrado della città con danni purtroppo irreversibili”.
“Dobbiamo ai cittadini una spiegazione sul perché di questa nostra grave iniziativa – conclude Nappo – e confidiamo nella loro attenzione e nel loro contributo affinché di disoccupazione non si muoia e dalla inettitudine degli amministratori non derivino altri danni alle nostre comunità”.
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