Napoli, in 5 anni consiglio comunale riunito una volta a settimana: Lettieri il più assente

I dati ufficiali forniti dall’ufficio di presidenza: 144 le sedute, 7 andate deserte e 26 sospese per mancanza di numero legale. I consiglieri più presenti sono Attanasio e Formisano. L’imprenditore manca 78 volte all’appello. De Magistris diserta 25 volte

Fine consiliatura, tempo di pagelle e di numeri all’assemblea di via Verdi. In cinque anni sono state 144 le sedute del Consiglio comunale di Napoli, per una media di circa una riunione a settimana. Di queste 7 sono andate deserte e 26 sono state sospese per mancanza di numero legale in corso di riunione. Sono i dati sfornati dall’ufficio di presidenza. Il consigliere più assente? Le cifre assegnano la maglia nera a Gianni Lettieri, capo dell’opposizione: su 144 sedute ha registrato un totale di 78 assenze, pari al 54,17 per cento. Dietro di lui il consigliere Ncd Gennaro Addio con 58 assenze e Stanislao Lanzotti (Forza Italia) con 48. I sempre presenti, o quasi, sono due: Carmine Attanasio del Pd (transitato per Idv e Verdi) e Giovanni Formisano dell’Italia dei valori, entrambi con sole 2 assenze. A seguire Antonio Fellico (Federeazione della sinistra) con 3 assenze e con 5 Luigi Esposito del Gruppo misto, Amodio Grimaldi, altro consigliere di Federazione della sinistra. Il sindaco de Magistris ha fatto registrare 25 assenze, pari al 17,61 per cento.

 

 

LE SPESE: IL CONSIGLIO E’ COSTATO 5,6 MILIONI – Oltre un milione di euro l’anno. In tutto 5 milioni 692.000 euro. Tanto è costato al contribuente il consiglio comunale di Napoli nell’ultima consiliatura. Dalla tabella diffusa dall’ufficio di presidenza si apprende che poco più di 4 milioni sono stati utilizzati per i gettoni di presenza dei consiglieri, a cui sono stati destinati anche 64.000 euro per rimborsi. Un milione e mezzo invece la cifra del rimborso ai datori di lavoro degli eletti. Il presidente dell’assemblea Raimondo Pasquino comunica che ogni consigliere costa 19. 912 euro l’anno. Pasquino lancia anche un appello: il nuovo consiglio comunale dovrà procedere alla riforma del regolamento, che fu scritto nel 1973. “Non è congruo con i tempi moderni e con la politica attuale”.

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