Un’iniziativa simbolica parte integrante del patrimonio di lotte del movimento operaio
Sciopero a rovescio organizzato da 300 disoccupati del Movimento di lotta 7 Novembre. Un’iniziativa simbolica, parte integrante del patrimonio di lotta del movimento operaio per segnalare i tanti lavori utili e necessari alla città e ai nostri territori. Promossa la raccolta differenziata di plastica, vetro, carta su sette spiagge di Napoli da San Giovanni a Teduccio fino a Bagnoli, passando per la Rotonda Diaz e le Monache. Garantita la sistemazione e ritiro della spazzatura con l’Asia.
“La pulizia è stata garantita grazie all’impegno dei disoccupati del Rione Sanità, Rione Traiano, Scampia, Centro storico, Bagnoli, Soccavo, Rione Luttazzi e tanti altri che organizzati lottano e rivendicano salario e lavori di pubblica utilità” – spiega Eduardo Sorge portavoce del Movimento e dirigente sindacale del sindacato indipendente Si.Cobas.
“Tutte le forze politiche e candidati, pescati nella Napoli “Bene”, non dicono nulla sui meccanismi dominanti negli enti pubblici locali, sull’utilizzo delle agenzie interinali per colmare il vuoto delle aziende partecipate, sulla logica dell’aziendalizzazione, del pareggio di bilancio, della dismissione dei servizi messi dopo le logiche di profitto garantite da un esercito di amministratori delegati, consulenti, consiglieri di amministrazione, responsabili di progetto, tutti incompetenti, incaricati il più delle volte secondo logiche clientelari – sottolinea Sorge – I bisogni e gli interessi delle classi subalterne cittadine possono essere difesi solo con l’organizzazione autonoma e la lotta delle stesse. Non è facile, mille sono le contraddizioni. Altrettanto i rischi di impantanarsi all’interno – conclude Sorge – Ma continuiamo, con la lotta di classe, a mettere al centro la lotta dei disoccupati ed i bisogni sociali, quindi anzitutto della classe lavoratrice: messa in sicurezza del territorio, riqualificazione delle periferie, potenziamento delle piante organiche per la raccolta differenziata porta a porta, piano per il riassetto idrogeologico, servizi territoriali ed alla persona, lotta allo spreco ed alle eccellenze alimentari”
Lo sciopero a rovescio è parte integrante del patrimonio storico di lotte del movimento operaio e contadino del nostro Paese – E’ una forma di lotta utilizzata dai disoccupati per uscire da uno stato di attesa e di forzata inattività, scegliendo di impiegare volontariamente la propria forza lavoro al servizio della comunità in opere di pubblica utilità. E’ un’azione al contempo, simbolica e pratica. Nella riappropriazione del diritto al lavoro è racchiuso un triplice significato: quello della protesta, quello della denuncia, infine quello propositivo e progettuale. È esistita una fase della storia italiana in cui questo strumento di lotta si è diffuso in maniera capillare sul territorio nazionale, assumendo i caratteri di una mobilitazione di massa grazie alla partecipazione di migliaia di persone in numerose provincie. Nel periodo compreso tra il 1949 e il 1952, infatti, divenne un formidabile mezzo di pressione sulle autorità centrali e periferiche per ottenere l’assorbimento della manodopera disoccupata tramite interventi statali nel settore dei lavori pubblici. Le sue origini vanno probabilmente rintracciate nella storia del movimento bracciantile e delle sue battaglie, come quella per l’imponibile di manodopera.
Ciro Crescentini