Napoli, i disoccupati occupano Palazzo San Giacomo

In piazza i senza lavoro del Movimento 7 Novembre sostenuti da SiCobas

Ancora una manifestazione di lotta per il lavoro promossa dal Movimento 7 Novembre e Si Cobas. Occupata la sala Bobbio di Palazzo San Giacomo, la sede del Comune di Napoli al termine di un corteo di protesta conclusosi in via Verdi. Una lotta che i senza lavoro portano avanti da due anni, una lotta per un lavoro, un salario, un reddito dignitoso. IlDesk.it pubblica integralmente una nota diffusa oggi in piazza

Non arretriamo!  Oggi un centinaio di disoccupati ancora in piazza ed in corteo fino al Comune di Napoli.  Una lotta che portiamo avanti da tanto tempo, una lotta per un lavoro, per un salario, per un reddito dignitoso.  Oggi una nostra delegazione non è intenzionata a scendere dal Comune mentre continua il presidio giù.  Per due anni Comune e Regione non hanno per varie ragioni trovato un interlocuzione politica ed istituzionale. E la storia la conosciamo.  Per due anni e mezzo con Città Metropolitana abbiamo verificato la possibilità di un percorso e sperimentazione con il bilancio di Città Metropolitana.  Pur non potendo costruire percorsi di formazione e consapevoli che (rispetto le forze in campo) nel breve periodo non avremmo abbattuto il muro del blocco della spesa pubblica, delle assunzioni pubbliche, abbiamo proposto e ci hanno proposto un percorso nuovo dove i disoccupati, pur senza formazione, avrebbero potuto verificare la disponibilità di un consorzio, coperativa o impresa sociale che si sarebbe fatto carico della platea partecipando ad un bando su un progetto sperimentale finalizzato a progetti sociali. Nello specifico sulla valorizzazione dei beni cuturali e religiosi tramite lavoro di promozione culturale, pulizia e custodia. Due anni nei fatti per individuare risorse, sbloccarle, scrivere un bando, pubblicarlo, per lavorare e trovare una quadra con una coperativa da loro proposta. Due anni in cui si è capito come il bando poteva avere requisiti che chiaramente era finalizzato non alla mera vigilanza. Tavoli tecnici, punte e passaggi.Le premesse per rendere valido il bando ed utile per noi erano alcuni requisiti da inserire ovvero la premialita’ a chi assumeva più disoccupati di lunga durata, la promozione culturale e non mera vigilanza, la finalità sociale e non gli utili di impresa o il ribasso economico, un importo economico sufficiente ai numeri rappresentati. In conclusione invece abbiamo avuto un bando che prevedeva una clausola che da un punteggio a chi prende dalle categorie svantaggiate semza nessun carattere di progressività (per intenderci più prendi disoccupati più vieni valutato politicamente), un importo economico molto minore del previsto, l’assenza nella valutazione tecnica della promozione sociale e delle attività da svolgere (ma solo garanzie di 60 ore di guide e servizio di vigilanza), quindi apertura ad aziende di mera vigilanza privata senza neanche controllare sui livelli salariali. Tutti problemi che avevamo denunciato già da Agosto agli enti competenti, su cui, almeno in parte, avevano detto di stare “più tranquilli”. Vogliamo che questo problema ora lo risolva chi lo ha creato. Con lucidità e forza dobbiamo rivendicare il nostro ruolo in questa storia che addirittura aveva portato ad un interesse materiale del Ministero dello Sviluppo Economico. Resistiamo un minuto in più del padrone e delle istituzioni. L’unica lotta persa è quella che si abbandona. Ora invece rispondiamo con forza e facciamo appello a tutte le realtà e vertenze per unirci e sostenerci a vicenda.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest