Napoli, i baretti vanno chiusi

Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Edvige Nastri, attivista civica


Scuole chiuse, locali aperti, provvedimento schizofrenico. Serve un decreto più stringente. Il dispositivo emanato dal governo per contenere il contagio del corona virus ha imposto la chiusura delle scuole e il divieto di assembramento in luoghi chiusi. Eppure a Napoli c’è chi non rispetta questo divieto. In una città dove responsabilmente hanno chiuso i teatri, i cinema (salvo alcuni che garantiscono la distanza di un metro tra le persone) e le discoteche, i baretti non solo restano aperti ma continuano a promuovere eventi musicali, denominati dg set, che ad altro non danno luogo che a discoteche all’aperto.
Maccaroni (rappresentante del comitato baretti Chiaia Night) sul Mattino di oggi, ha candidamente dichiarato: “ Chiuse scuole e università, i ragazzi hanno più possibilità di uscire “, e ieri dichiarava, sempre sul Mattino “ All’interno faremo rispettare le restrizioni, ma il commerciante non può impedire di assembrarsi all’esterno del locale su suolo pubblico”. Tuttavia, in uno di questi locali di Via Aniello Falcone, precisamente il Marble, con tanto di foto pubblicate sulla pagina fb Black Friday, l’assembramento si è verificato all’interno del locale senza alcun rispetto per le norme di distanza cui fa riferimento il decreto governativo. Si tratta di gravi atti di irresponsabilità da parte dei gestori dei locali, ma anche dei genitori che non riescono a motivare i propri figli a rimanere a casa, magari ad incontrarsi con pochi amici e svolgere altro tipo di attività che non comprometta la propria e l’altrui salute. È proprio di oggi la notizia che anche il segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti è risultato positivo al coronavirus. E questo solo dopo che, appena nove giorni fa, con un post su Facebook, aveva incitato i milanesi a uscire e andarsi a fare un aperitivo con gli amici. Un messaggio senza dubbio diffuso in buona fede ma risultato fuorviante e che, col senno di poi, avrebbe potuto e dovuto evitare. Nostro malgrado bisogna convenire che occorre un decreto di chiusura di questo tipo di attività in quanto l’assembramento di giovani che ne deriva all’interno e all’esterno dei locali, sembra essere ingovernabile. Si tratta di misure cautelative improrogabili e che, per fortuna, se rispettate da tutti, potrebbero durare meno del previsto. Ciò che si chiede è solo un atto di responsabilità da parte di tutti. Ai ragazzi farebbe solo bene restare a casa in compagnia di una ristretta cerchia di parenti, pochi amici e magari di un buon libro.

Edvige Nastri

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