Napoli, de Magistris è solo: anche Auricchio lo abbandona e  tanti “arancioni” scappano

Il sindaco Luigi de Magistris è ormai solo. Nelle ultime ore è stato abbandonato  anche dal Colonnello Attilio Auricchio, eminenza di grigia di Palazzo San Giacomo. Troppi scontri, troppi litigi negli ultimi mesi, troppe fughe in avanti. E come spesso accade due accentratori inevitabilmente diventano incompatibili.  Laconico il comunicato diffuso dall’ufficio stampa comunale:  “Il Direttore generale e Capo di Gabinetto Attilio Auricchio lascia gli incarichi al Comune di Napoli per motivi familiari. Da oggi il Colonnello Auricchio è in ferie; il Sindaco Luigi de Magistris ha affidato al Segretario generale dr.ssa Patrizia Magnoni l’interim da Direttore generale e ha avviato le procedure per nominare il Dr Ernesto Pollice, dello staff del vice Sindaco Panini, nuovo Capo di Gabinetto. “Rivolgo ad Attilio – afferma il Sindaco – un grande ringraziamento per la tenacia, la competenza e la professionalità che ha profuso in questi nove anni nell’interesse della Città. Insieme abbiamo vinto tante battaglie. Ad Attilio auguro di cuore un brillante futuro professionale”. Stando ad alcune indiscrezioni, il colonnello Auricchio sarebbe candidato a ricoprire un ruolo dirigenziale in una nota società napoletana. E non finisce qui. Hanno lasciato demA, il partitino del sindaco, il il presidente della quinta Municipalità Vomero-Arenella, Paolo De Luca, il vicepresidente del parlamentino con delega all’Ambiente, Antonio tozzi, e i consiglieri municipali Fabiana Felicità, Enrico Von Arx e Adolfo De Santis. “Comunichiamo, con rammarico, la decisione di porre fine alla nostra esperienza in Dema – evidenziano il presidente Paolo De Luca, Fabiana Felicità, Enrico Von Arx, Antonio lozzi  e Adolfo De Santis – siamo giunti a tale sofferta conclusione, a seguito di una lunga riflessione, nel corso della quale abbiamo maturato la consapevolezza di non condividere più alcuno degli attuali tratti identitari del movimento. Non ci appaiono chiare, ne adeguatamente motivate, le scelte territoriali assunte su temi cruciali per la città – accusano i rivoltosi – non condividiamo le modalità di gestione dei conflitti, dei rapporti tra istituzioni, di relazione tra le persone. Riteniamo radicalmente stravolto l’impianto originario del movimento, partito inizialmente per creare un contenitore politico aperto, diffuso, radicato sul territorio e sui territori, nella società, nelle comunità, divenuto, invece, a poco più di un anno dalle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, un soggetto politico non in grado di andare al di là della mera gestione o della composizione di spazi d’appartenenza, sul cui futuro collocamento e sulla cui possibilità di rilancio, anche in vista delle prossime scadenze elettorali, nutriamo forti perplessità”. Paolo De Luca dovrebbe candidarsi alle prossime elezioni regionali con Italia Viva, il partito di Matteo Renzi. Il partitino del sindaco non esiste. Tanti non partecipano più alle riunioni. I gruppi di lavoro su diverse tematiche si sarebbero rivelati un bluff. Tante divisioni e contrapposizioni  sulle piccole e ridicole questioni  di micropotere, gelosie, ambizioni personali. Questioni lontane anni luce dai problemi reali delle persone della nostra Città. E’ Il tramonto di Luigi de Magistris,  una persona egocentrica, arrogante  che ha sempre amato  circondarsi di yesman. Gli stessi yesman che di fronte alle prime sconfitte e difficoltà hanno prontamente cambiato carri e bandiere. Quelli che non lasciano ancora occupano ancora qualche poltrona ma sono pronti a saltare sul carro anche loro. La storia si ripete

Ciro Crescentini

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