I cittadini napoletani hanno pagato i costi sociali e politici di chi ha speculato sulla città e sui territori circa 20 anni fa, colpiti da chi storicamente ha costruito la sua carriera politica e affaristica sul terremoto e ha lasciato irrisolta la questione abitativa
Nuovo duro scontro politico tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ed il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Al centro della discussione, ancora una volta, la situazione dei conti del Comune partenopeo. Il governatore sembra che abbia bisogno di un “nemico” ogni settimana, fare retorica e demagogia per stare sempre al centro dell’attenzione mediatica. De Luca oggi si è esibito all’assemblea pubblica di Confindustria Campania scagliandosi puntualmente contro l’attuale primo cittadino di Palazzo San Giacomo: “Il Sud che combatte e che vuole essere efficiente non può essere rappresentato da chi ha accumulato 5 miliardi di euro di debiti. Uno scandalo di proporzioni inimmaginabili”, ha affermato.
Immediata la replica di Luigi de Magistris. “De Luca continua a spararla grossa sul debito del Comune di Napoli e ci costringe ogni volta a intervenire per evitare che le sue menzogne restino senza risposta” si legge in una nota.
De Magistris spiega che “il debito del Comune di Napoli non è di 5 miliardi, ma è esattamente della metà ed è molto inferiore rispetto a quello di altre grandi città, anche molto blasonate, governate dal suo partito. È un debito che non abbiamo prodotto noi come amministrazione de Magistris, né i napoletani, ma che deriva da due commissariamenti: quello del terremoto del 1980 e quello dell’emergenza rifiuti quando a governare c’era il partito di Vincenzo De Luca. In questi 10 anni, se non ci fossero stati i tagli che tutti i sindaci d’Italia denunciano, e per cui solo Napoli ha avuto un miliardo e mezzo di risorse in meno, e se non avessimo avuto leggi che hanno soffocato i Comuni, noi avremmo annullato il disavanzo. Avremmo potuto fare ancora di più di quello che è stato fatto in questi anni, nonostante i Governi che si sono succeduti, alcuni dei quali con all’interno De Luca, che nulla hanno fatto sul debito ingiusto e storico dei Comuni d’Italia”.
De Luca e i suoi sostenitori omettono di parlare dei debiti accumulati dai due commissari di governo, quello post terremoto 1980 e quello ai rifiuti. Debiti ricaduti sull’attuale amministrazione comunale di Napoli. Un’eredità di circa 67 milioni. E non finisce qui. L’attuale amministrazione comunale ha ereditato quasi un miliardo di debiti dalle giunte precedenti di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, compagni di partito di De Luca, e dagli effetti derivanti dal dissesto dichiarato nel 1993 e dai contenziosi persi risalenti al terremoto dell’80 e agli anni successivi.
Poi ci sono i tagli ai trasferimenti al Comune operati dai governi nazionali: dal 2014 al 2018 meno 430 milioni, dal 2011 si arriva a meno un miliardo e 24 milioni.
I cittadini napoletani hanno pagato i costi sociali e politici di chi ha speculato sulla città e sui territori circa 20 anni fa, colpiti da chi storicamente ha costruito la sua carriera politica e affaristica sul terremoto e ha lasciato irrisolta la questione abitativa. Così come hanno già pagato, e continuano a pagare, i costi ambientali e sanitari della crisi dei rifiuti provocati da chi ha sversato rifiuti illegali sui nostri territori e da chi, all’interno delle istituzioni della Regione, ha lasciato che ciò accadesse.
Sarebbe necessario istituire una Commissione nazionale sul debito del Comune di Napoli. Una commissione composta da esperti indipendenti per comprendere la composizione del debito, capire cosa stanno pagando i contribuenti partenopei, e cosa potrebbe essere dichiarato illegittimo, odioso e illegale.
CiCre