Napoli, carenza di organico nel 118: mancano 500 unità. Le postazioni passano da 13 a 6

Dal 16 gennaio verranno dimezzati i presidi medici. Ad annunciarlo, in una lettera, è stato il direttore della centrale operativa Galano: “Per evitare di chiudere altri siti servirà assumere”

Manca personale nel servizio 118 di Napoli. Particolari difficoltà nel centro città per la copertura dei turni di servizio: prevista la riduzione da 13 a 6 delle postazioni mediche dal 16 gennaio. E’ quanto si apprende dal direttore della centrale operativa del 118, Giuseppe Galano, che ha inviato una nota ai vertici della Regione e della Sanità per sottolineare le difficoltà del momento nell’urgenza medica.

LA NOTA –  “La Centrale Operativa Territoriale (Cot) dell’Unità Operativa Complessa (Uoc) 118 di Napoli Centro conta – si legge nella nota – Un fabbisogno nei vari profili di circa 500 unità per assolvere le molteplici funzioni, sia in ambito territoriale che regionale, svolte in parte da risorse interne alla ASL e in parte da risorse esterne messe a disposizione dall’appaltatore RTI. La centrale è giunta quindi a livelli critici in tutti i profili professionali (medici, infermieri, autisti, tecnici), causati in primo luogo dal decennale blocco del turnover, dalla naturale quiescenza, da un incombente burn out che induce una migrazione volontaria del personale in altre strutture per la gravosità lavorativa, l’alta esposizione alle aggressioni e la mancata gratificazione professionale ed economica, accentuati anche dalla crisi pandemica covid, come già più volte segnalato. Queste difficoltà non permettono il rispetto dei fabbisogni e delle dotazioni nei vari profili professionali presenti così da incidere sull’efficienza del Servizio 118



ASSENZE – “La nota carenza organica – prosegue la lettera – oltre ad impegnare decisamente tutta la struttura, ha portato ad invocare sempre di più lo spirito di collaborazione e sacrificio dei dipendenti, che garantiscono le attività con un notevole ricorso di lavoro aggiuntivo, condizionato anche dalle assenze di un considerevole numero di dipendenti con prescrizioni limitative legate all’attività usurante del 118 o in possesso dei requisiti per usufruire dei doverosi benefici della Legge 104 o congedi parentali, che sottraggono un ulteriore e significativo monte orario di lavoro. La lettera segnala ancora che i recenti trasferimenti volontari dei Medici Convenzionati del 118 (al 31 dicembre si sono allontanati dal 118 oltre 45 medici perché dimessisi verso la medicina generale o la continuità assistenziale), indotti dal burn out provocato dalla pandemia e dalle mancate gratificazioni professionali ed economiche, che stanno portando forse irrimediabilmente il 118 a non poter assolvere la sua funzione assistenziale di diagnosi e terapia

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