L’agguato lo scorso 29 aprile: i sicari chiamarono la vittima al citofono e gli spararono. Morì dopo 6 giorni

AVELLINO – Nicola Annunziata, 57enne originario di Ottaviano ma da anni residente a Mugnano del Cardinale, nella bassa Irpinia, la sera del 29 aprile scorso fu chiamato al citofono da qualcuno e convinto a scendere in strada, in via degli Innocenti. Lo attenedevano  due persone in sella a una moto, che appena uscì dal portone della palazzina dove viveva con la moglie, gli spararono contro due colpi d’arma da fuoco, un all’anca e uno alla testa. Un lavoro da “professionisti”. Dopo 6 giorni di agonia in ospedale, l’imprenditore morì per un grave emorragia cerebrale. A tre mesi dall’omicidio la svolta nelle indagini: due persone sono state arrestate nella notte dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’accusa è di omicidio.

 

LE INDAGINI – I provvedimenti eseguito oggi scaturiscono da annotazioni di servizio e rilievi anche fotografici,
intercettazioni ambientali e telefoniche ed acquisizione di tabulati, sommarie informazioni testimoniali, filmati tratti da impianti di videosorveglianza nonché dalla relazione medico legale ed autoptica. Il materiale indiziario è confluito nell’ordinanza che ha portato all’arresto dei due presunti killer, di 63 e 46 anni, provenienti dall’hinterland napoletano. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Baiano il movente dell’omicidio  è da ricondursi alla pesante situazione debitoria di diverse centinaia di migliaia di euro dovuti da un amico di Annunziata ad alcune persone. Il debitore avrebbe tentato di far fronte alla situazione facendo giungere ai creditori un carico di droga dall’Ecuador attraverso la sua conoscenza di alcuni trafficanti spagnoli. L’operazione però non sarebbe andata a buon fine. Si sarebbe quindi rivolto ad Annunziata affinché potesse fare da intermediario. La vittima avrebbe tentato di trovare una soluzione alla vicenda arrivando anche ad avere accesi diverbi con gli indagati che, in seguito, armati di pistola lo avrebbero ucciso.

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