Ieri proiezione pubblica del film in piazza Municipio. Travaglio ricorda la polemica col consigliere Attanasio: “Si vergogni”

NAPOLI – Una piazza Municipio gremita ha assistito alla proiezione pubblica di La Trattativa, il film di Sabina Guzzanti sugli intrecci Stato-mafia sullo sfondo delle stragi anni ’90. Una pellicola portata nelle piazze per reagire al boicottaggio denunciato dall’artista. “Viviamo in un paese mafioso – ha detto la Guzzanti – tutti vivono nella paura di subire ritorsioni anche se dicono qualcosa di banale”. Dopo la proiezione, dibattito sul palco con Marco Travaglio, il sindaco de Magistris e lo scrittore Maurizio De Giovanni. In platea il pm sotto scorta Nino Di Matteo, pubblica accusa nel processo Stato-Mafia in corso a Palermo.
“La storia di quanto è accaduto fra Stato e mafia – ha detto de Magistris – è ancora da scrivere perché la verità deve essere detta anche nelle sedi processuali e giudiziarie. La gente però comincia a capire e sapere sempre di più, come dimostra la grande partecipazione dei cittadini”. Il sindaco ha rievocato la sua storia di magistrato, citando l’ex ministro degli Interni, Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza nel processo. “Da vicepresidente del Csm – ha accusato il sindaco – firmò la mia condanna disciplinare, strappandomi la toga, ed ebbe l’avallo anche morale del presidente Napolitano”. Contro l’ex capo dello Stato le parole più dure, ricordando la vicenda della telefonata con Mancino: “Vergognoso chiedere la distruzione delle intercettazioni – ha aggiunto de Magistris – da italiano avrei voluto sapere cosa si erano detti”. In apertura, Travaglio è tornato sulla polemica con il consigliere comunale Carmine Attanasio, che durante la campagna elettorale per le regionali aveva definito lui e il collega Iurillo “penne di camorra” per essere finito in una lista di “impresentabili” del Fatto Quotidiano. “Attanasio – ha detto il direttore del giornale – si dovrebbe vergognare”.

(Video/foto Ufficio stampa Comune di Napoli)

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