La giuslavorista Quattromini: “Non toccate il decreto dignità. La precarietà non crea  sviluppo”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Il vento neo liberista non smette mai di soffiare e questa volta ci si mette pure il Ministro Gualtieri. Anche lui, come i professionisti della disinformazione, ha affermato in più occasioni – seguendo il pensiero dominante che poi si traduce in precise e fallimentari iniziative di  politica  economico/sociale e legislativa – che per avere più sviluppo,  più occupazione, più benessere occorre «flessibilità» e che quindi è necessario allentare i vincoli ai contratti a termine introdotti dal Decreto dignità”.

Che la Confindustria si stesse già muovendo sui soliti temi per sferrare l’ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori con la piena liberalizzazione dei contratti a termine si sapeva, ma  non ci si aspettava che al coro si unisse il Ministro Gualtieri che certamente non ignora che  il “Decreto dignità” pur se insufficiente costituiva un buon inizio nella lotta al precariato producendo un aumento delle trasformazioni dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

Ora, così come per i licenziamenti il legislatore dell’emergenza ha previsto il blocco fino al 16 agosto, con l’art. 93 del “decreto rilancio” del 19 maggio n. 34 si è introdotta una deroga all’obbligo di indicare la causali nei rinnovi e proroghe dei contratti a tempo determinato, ma ciò soltanto fino al 30 agosto di quest’anno. Quindi, al pari del blocco dei licenziamenti, anche la deroga al “decreto dignità” sui contratti a tempo determinato ha un carattere temporaneo legato all’emergenza sanitaria.

Desta preoccupazione che in una situazione come quella attuale dove già migliaia di lavoratori non si son visti rinnovare i contratti a termine, si  legga sempre con maggiore insistenza che le deroghe all’obbligo di indicare le causali andrebbe prorogato almeno fino a fine anno.
A questo punto,  non è difficile immaginare che vi sia la recondita (e neppure tanto recondita) speranza che si voglia ritornare alla totale liberalizzazione dei contratti a termine con l’eliminazione delle causali.

Chiediamo quindi che il Governo, nello spirito del tanto proclamato rilancio dell’economia del Paese, voglia porre particolare attenzione alla piaga del precariato e dello sfruttamento dei lavoratori che non può essere avallato da una politica neoliberista che, non produrrà alcuna ripresa economica come ampiamente dimostrato dalla fallimentare esperienza del Jobs act.

Avv. Giuliana Quattromini

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