La denuncia del parlamentare Francesco Emilio Borrelli. L’Asl apre un’inchiesta. Imminenti provvedimenti disciplinari
Bufera sull’ospedale Rizzoli di Ischia per la diffusione dei video girati nella struttura dalla famiglia di una giovane partoriente, diventati virali su TikTok, che vedono l’equipe medica composta da sette persone tra dottori e infermieri ballare e cantare con la tiktoker napoletana Veronica Acquaviva.
La vicenda – resa pubblica dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Borrelli – è iniziata ieri sera, quando Veronica Acquaviva ha pubblicato un video della figlia in una stanza del reparto di Ostetricia dell’ospedale ischitano poco prima di partorire; l’intera famiglia si trovava sull’isola per una breve vacanza quando all’improvviso la giovane Carmen ha avuto le doglie ed è stato necessario il ricovero al Rizzoli. Qui, poco prima del parto, la mamma ha girato alcuni video assieme al personale sanitario che assisteva la figlia: sette tra dottori, infermieri ed assistenti ripresi mentre ballavano e cantavano insieme alla tiktoker ed alla figlia, visibilmente tesa ed impaurita in attesa di partorire.
Verso le 23.30 Carmen ha dato alla luce il suo bambino senza problemi e la notizia è stata subito pubblicata da diverse pagine social collegate alla sua famiglia, ma i video dei balletti col personale sanitario non sono passati inosservati.
In molti infatti hanno commentato negativamente l’iniziativa cui si sono prestati i dipendenti ospedalieri (tra cui due dottori) e stamattina il deputato Borrelli ha fortemente stigmatizzato l’accaduto: “In un ospedale vengono fatte riprese di una partoriente con una serie di persone esterne presenti in reparto in un orario in cui, da quanto ci viene riferito, non sarebbero consentite visite. Inoltre vogliamo ricordare che le Asl vietano riprese interne a privati anche per vicende molto più importanti e che riguardano la funzionalità degli ospedali. Non sembra quindi corretto e giusto che sia permesso a tiktoker di girare in un reparto video promozionali”.
Dura la reazione dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”: “come associazione crediamo che “certi balletti “ andrebbero fatti al di fuori della struttura ospedaliera ,ma soprattutto fuori l’orario di servizio, e’ anche vero che viviamo con lo smartphone in mano, ma se vogliamo essere rispettati dobbiamo anche mantenere un contegno senza mettere i nostri atteggiamenti “goliardici” al pubblico ludibrio. Tralasciando quello che è il codice deontologico professionale. Per la tik toker in questione: nelle strutture ospedaliere è assolutamente vietato filmare e divulgare pubblicamente immagini. Speriamo che stavolta vengano presi i dovuti provvedimenti”
In tarda mattinata è arrivata poi la nota stampa dell’azienda sanitaria che ha comunicato l’avvio dell’indagine interna esprimendo “il più profondo disappunto per tale condotta, giudicata gravemente inopportuna e in contrasto con i principi di professionalità, rispetto e riservatezza che devono caratterizzare l’operato di ogni dipendente della nostra Azienda Sanitaria” e preannunciando l’adozione delle misure disciplinari previste dal regolamento in caso di accertamento di responsabilità da parte del personale coinvolto.
E sulla vicenda intervengono anche i responsabili degli Ordini professionali. “Attenderemo i risultati dell’inchiesta avviata dalla Asl per capire se nostri iscritti abbiano preso parte e in che misura alle riprese di un video realizzato presso l’Ospedale Rizzoli d’Ischia che viola i più elementari principi di riservatezza in ambito sanitario e che condanniamo come indecoroso e indegno. Nel caso fosse verificata la partecipazione attiva di medici e infermieri, prenderemo senza mezzi termini tutte le misure disciplinari previste dal codice deontologico e dall’etica professionale, particolarmente attenti e severi nei casi di violazione della privacy dei pazienti” – affermano, in un comunicato congiunto, la presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli, Teresa Rea e il presidente dell’Ordine dei medici Bruno Zuccarelli.
“Ogni cittadino che accede ad una struttura sanitaria per visite, esami o ricoveri – ricordano Zuccarelli e Rea – necessita che gli venga garantita l’assoluta riservatezza, nel rispetto dei suoi diritti fondamentali e della sua dignità fisica e morale. Violare tali fondamentali principi di condotta etica equivale a tradire i principi morali e deontologici sottoscritti tacitamente con pazienti da parte di medici e infermieri”
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