Inchiesta voti e camorra, ipotesi dei pm su Graziano: “Stabile punto di riferimento del clan”

Al vaglio della Dda incontri tra il consigliere regionale Pd e un imprenditore accusato di essere organico ai Casalesi, ma anche alcune telefonate durante e dopo le ultime elezioni regionali

L’ipotesi investigativa, avanzata nel decreto di perquisizione eseguito ieri, è da far tremare i polsi: Graziano potrebbe essere stato “uno stabile punto di riferimento politico” per il clan dei Casalesi in cambio del sostegno elettorale. Al consigliere regionale del Pd I pm della Dda contestano il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Al vaglio ci sarebbero due o tre incontri osservati dagli investigatori dell’Arma tra l’ex presidente del Pd Campania e un imprenditore accusato di associazione camorristica per presunti legami con il clan. Tra gli indizi anche alcune telefonat

Da verificare anche l’impegno di Graziano per evitare che fossero bloccati i finanziamenti per il restauro dello storico Palazzo Teti Maffuccini di Santa Maria Capua Vetere, finito al centro dell’inchiesta che ha portato a 9 arresti per gli appalti a cui sarebbe stato interessato il clan Zagaria. Graziano si sarebbe interessato per far inserire il finanziamento in un diverso capitolo dal ministero dell’Interno, che gestisce i beni confiscati, come l’immobile.

I PRIMI INTERROGATORI – Primi interrogatori di garanzia per gli indagati colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta su appalti e camorra al Comune di Santa Maria Capua Vetere, Oggi ha respinto ogni accusa l’ex sindaco Biagio Di Muro, nel confronto durato tre ore nel carcere di Poggioreale davanti al gip Anna Laura Alfano. Di Muro ha negato di aver intascato tangenti e ha affermato di ignorare i presunti rapporti con il clan dei Casalesi dell’imprenditore. Mentre per Di Muro e gli altri sette indagati finiti ieri ai domiciliari, i reati contestati a vario titolo sono corruzione e turbativa d’asta, con l’aggravante di aver agevolato il clan camorristico casertano. L’ex sindaco ha confermato che il consigliere regionale si interessò di Palazzo Teti.

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