In Campania non decollano le Usca per l’assistenza sanitaria domiciliare. De Luca? Tace

I malati hanno bisogno di cure e non solo di tamponi

Gli ospedali e i pronto soccorso in affanno e le Usca non decollano in Campania. Le Unità speciali di continuità assistenziale sono state istituite con il decreto sanità a Marzo del 2020 (proprio il giorno in cui in Italia cominciava il Lockdown) per seguire i casi sospetti o conclamati di Covid-19 direttamente a casa. Previste 1.200 squadre in tutta Italia. Squadre composte da dottori già in servizio, specializzandi in Medicina generale o, in via residuale, da laureati abilitati e iscritti all’Ordine.

A due anni dal’emergenza sanitaria, le Usca rimangono sostanzialmente sulla carta. Nel provvedimento governativo si chiedeva alle Regioni una Unità ogni 50 mila abitanti  per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. Nel decreto si specificava pure l’orario di lavoro – sette giorni su sette, dalle ore 8 alle ore 20  e un compenso non da poco: 40 euro lordi l’ora. In realtà per settimane tutto è rimasto carta straccia. Spesso il 118 si trova ad intervenire su codici “verdi covid” proprio perché le Usca non vengono attivate.

Sembra infatti che molti di questi medici Usca (pagati molto di più di un medico 118) siano impegnati negli HUB vaccinali, ovvero, sarebbero stati convertiti a medici vaccinatori pagati 80 euro lordi l’ora. Risultato: chi si occupa del territorio?

Come funzionano le Usca – Per evitare che i pazienti sospetti di Covid-19 si rechino nei Pronto soccorso, il medico di medicina Generale o il pediatra, dopo aver svolto attività di triage, attiva il medico dell’Usca fornendo nominativo e recapiti. Il medico dell’Usca prima di effettuare l’intervento, contatta telefonicamente il paziente da visitare per verificarne le condizioni di salute e programmare l’intervento. Spetterà al medico dell’Usca decidere, in base alle informazioni e richieste ricevute, quali priorità assegnare all’attività.

Parte integrante della medicina territoriale –  Le Usca potrebbero svolgere un ruolo territoriale connettivo importantissimo, soprattutto per il  compito di visitare e curare il paziente a casa.  I malati hanno bisogno di cure e non solo di tamponi. Manca L’anello cruciale di chi ascolta il malato, ne raccoglie il racconto, osserva i sintomi, lo visita, gli dà i farmaci, dispone un prelievo o un esame radiografico. Sarebbe utile avere un riferimento specialistico ospedaliero con cui consultarsi, ovvero percorsi facilitati e prestabiliti in un ospedale di riferimento in cui effettuare prelievi, una Tac, una radiografia così da disporre ricoveri solo se necessario.

Domande semplice semplice per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: quali iniziative ha adottate per attivare le Usca? Quali ostacoli si frappongono per la funzionalità delle importanti strutture di assistenza domiciliare?

Ciro Crescentini

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