Impianto di compostaggio a Chiaiano, comitati e municipalità sul piede di guerra

Il geologo Franco Ortolani: “Assurdo costruire un impianto industriale di 20, 30 mila tonnellate in una zona protetta dove è addirittura presente una discarica dichiarata illegale”

La scelta dell’amministrazione comunale di Napoli di realizzare due impianti di compostaggi in due zone diverse, a Napoli Est, nei pressi del depuratore e a Chiaiano nell’area del Parco sta sollevando dure critiche e proteste. Contestato il metodo assunto dall’ente di piazza Municipio di non coinvolgere, consultare le istituzioni territoriali, le associazioni, le forze sociali, esperti. Durissimo il commento del presidente della Ottava Municipalità Apostolos Paipais. “E’ gravissimo quanto accaduto, abbiamo appreso la notizia dalle agenzie di stampa, la giunta comunale non ci ha informati. Non sono stati coinvolti neanche i comitati popolari. Alla faccia della democrazia partecipata – sottolinea il presidente – Hanno individuato il territorio di Chiaiano per la costruzione del sito di compostaggio senza tenere conto dei danni devastanti prodotti da una discarica illegale, la mancanza di infrastrutture primarie, i vincoli ambientali. La prossima settimana convocherò una riunione di tutti i gruppi consiliari per assumere le prime iniziative”. Emergono paradossi, contraddizioni. Il mese scorso si mobilitarono i comitati contro la Regione Campania e l’ipotesi di costruire una discarica. Arrivarono puntuali le smentite del presidente Vincenzo De Luca. “Non so chi ha messo in giro queste voci, sicuramente è una strumentalizzazione” – disse il governatore.

 

 

E non finisce qui. Domani mattina l’assessore all’ambiente Raffaele Del Giudice, l’assessore all’immagine della Città, Alessandra Clemente, i consiglieri comunali Claudio Cecere e Luigi Felaco saranno i relatori ad un convegno per la “valorizzazione del parco Camaldoli e della Selva di Chiaiano”. “L’assessore Del Giudice partecipa ai convegni ecologici in difesa della Selva Chiaiano e poi decide di costruire un impianto di compostaggio all’interno del parco – sottolinea Giovanni Pagano assessore della Ottava municipalità – Una presa per i fondelli. Ci opporremo duramente a questa scelta unilaterale”. In merito alla costruzione dell’impianto è intervenuto del geologo Franco Ortolani. “Assurdo costruire un impianto industriale di 20, 30 mila tonnellate in una zona protetta dove è addirittura presente una discarica dichiarata illegale – afferma Ortolani – Una scelta politica ed amministrativa che è stata fatta senza tenere conto delle valutazioni sull’impatto ambientale e della non idoneità dell’area. Molto meglio, allora, in alternativa, costruire piccoli impianti in ogni municipalità”. Contro l’impianto scende in campo anche Ciro Ciccarelli del Comitato Frullone-San Rocco. “Non permetteremo che un’area già martirizzata dalla discarica subisca un’ulteriore violenza” – dice Ciccarelli. Irritato e arrabbiato Mattia Rusciano, presidente di “Insieme per Chiaiano” . “Chiaiano ha bisogno di infrastrutture primarie, di manutenzione del territorio, di scuole ristrutturate, impianti sportivi. Le periferie non possono essere utilizzate come discariche o aree per ospitare impianti di compostaggi. Si facciano carico del problema altre municipalità della Città. Contesteremo la decisione della Giunta comunale. E’ una scelta azzardata”.

 

 

Articolata la posizione di Gaetano La Nave coordinatore dell’associazione “Per Napoli”. “Appare inopportuna la realizzazione di un impianto di compostaggio prossimo all’ex-discarica di Chiaiano – evidenzia La Nave – Giuste le preoccupazioni e le proteste delle istituzioni, delle associazioni e dei comitati del territorio. Chiaiano, infatti, esattamente come Pianura, e altri siti utilizzati in passato per il conferimento di rifiuti nel territorio della città metropolitana di Napoli – aggiunge La Nave – attende ancora la necessaria messa in sicurezza per evitare la diffusione di biogas e percolato, misura indispensabile per tutelare la salute dei cittadini ed evitare l’inquinamento dei territori circostanti. Sia chiaro impianti tecnologici avanzati eco-compatibili di riciclaggio e compostaggio sono indispensabili per realizzare un ciclo industriale virtuoso dei rifiuti, ma c’è bisogno di luoghi idonei – continua la Nave – Sul riciclo e riutilizzo dei rifiuti, compreso quelli non pericolosi derivanti da costruzione e demolizione, sia in ambito nazionale e sia locale, siamo, infatti, in netto ritardo rispetto alla Direttiva Europea sui Rifiuti (2008/98/CE) che ne prevede entro il 2020 il riuso almeno del 50%. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Campania si muove, invece, in tal direzione, avendo ormai accantonato definitivamente le ipotesi di realizzazione di impianti di incenerimento e di conferimento a discarica dei rifiuti, esattamente come avviene in paesi come Austria e Germania. “La questione del trattamento dei rifiuti solidi urbani va però affrontata su scala metropolitana e non può essere rinchiusa in un’ottica napolicentrica, e sempre con il pieno coinvolgendo dei cittadini, cosa non accaduta nell’ipotesi avanzata per Chiaiano, quartiere rientrante” – puntualizza La Nave – Addirittura nel Parco Metropolitano delle Colline di Napoli”. L’area di Chiaiano-Frullone-San Rocco-Capodimonte-Camaldoli rappresenta, infatti, uno dei principali polmoni verdi di Napoli: un patrimonio straordinario. È il tempo, invece che in quei territori, istituzioni e comunità locali lavorino insieme per elaborare progetti concreti che sappiano utilizzare i fondi europei 2014-2020 e coinvolgano forze produttive, valorizzando in una logica integrata ambiente, agro-alimentare, poli culturali diffusi, realizzando quello sviluppo sostenibile atteso da ormai troppo tempo.

Ciro Crescentini

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