Il parroco Loffredo: “Quartiere a lutto fin quando non arrivano risposte dalle istituzioni, esponete un drappo nero”

NAPOLI – Palloncini bianchi all’entrata della chiesa e un lungo applauso all’entrata del feretro. E’ gremita la basilica della Sanità per per l’ultimo saluto a Genny Cesarano, il 17enne ucciso domenica scorsa proprio qui fuori. Sul sagrato un grande striscione con la scritta “Genny vive”, una replica identica al di sopra dell’altare. Folta la presenza di forze dell’ordine all’esterno della basilica.  “In una città divisa in due, spaccata tra la Napoli bene e quella ‘malamente’, anche le nostre mani grondano sangue”. Le parole di padre Zanotelli nell’omelia sono un appello all’assunzione di responsabilità, senza eccezioni. “Dio non manderà nessuno a salvarci, toccherà a noi dire basta”. Tantissimi i giovani, l’emozione è forte per tutti.

“Il nostro quartiere – dice il parroco Antonio Loffredo – resterà a lutto fino a quando non ci sarà una risposta dalle istituzioni su quello che è accaduto a Genny Cesarano”. Il sacerdote invita a esporre un fiocco nero e uno viola alle case. L’uscita della bara dalla chiesa è accompagnata dal rintocco delle campane, da lunghi applausi nella piazza blindata.

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