Filosofi e borghesia, de Magistris guida la piazza anti Salvini: “Sarà sconfitto”

Alla libreria Iocisto presentato “Il ministro della paura”, il libro del giornalista Antonello Caporale sul leader leghista. Con il sindaco e l’autore anche Aldo Masullo, Isaia Sales e Tomaso Monatanari

Matteo Salvini macina consensi tra i ceti popolari impauriti, rovesciando il quadro ideologico e cannibalizzando avversari e alleati. A Napoli il capo leghista non sfonda ancora, ma in sottofondo si avverte il rumore della ruspa. Capita quindi che, a organizzare l’alternativa, ci provi il sindaco de Magistris, attorno ai tavoli all’aperto della libreria Iocisto. Al Vomero, roccaforte arancione, si presenta “Il ministro della paura”, il pamphlet su Salvini scritto da Antonello Caporale, giornalista del Fatto. Ma l’happening appare il pretesto per un’assemblea di salute pubblica, presieduta da intellettuali. In piazza Fuga la platea siede sulla scalinata, e ascolta composta le parole sempre assennate del filosofo Aldo Masullo, del saggista Isaia Sales e dello storico dell’arte Tomaso Montanari. Ad arringare gli aficionados della borghesia collinare, però, ci pensa ancora il sindaco. “La sicurezza è un tema centrale, ma Salvini ha fatto apparire che il pericolo sono gli ultimi del mondo – attacca de Magistris-. Il pericolo sono le persone che fanno reati, tra cui alcune volte anche immigrati, e poi le mafie, l’assenza di controllo del territorio da parte dello Stato. Da un ministro degli interni mi aspetterei un investimento per rafforzare il controllo sul territorio”. Tuttavia il sindaco non sottovaluta “il ministro della paura”: “Lui è stato abile a mandare messaggi che hanno trovato terreno fertile. Ha fatto venir fuori alcuni brutti sentimenti che covavano sotto la cenere, un consenso così forte non si può banalizzare e bisogna chiedersi come si può avere se è contro qualcuno e non per costruire qualcosa di bello”. Contro Salvini, de Magistris rispolvera la retorica antipolitica (“Ci si dimentica che ha governato con Berlusconi”), e lancia proclami: “Non ha conquistato i sentimenti del mezzogiorno, sarà sconfitto dagli italiani, e i meridionali in prima fila”. E non risparmia bordate pure ai toni criptoleghisti del governatore De Luca, con un occhio alle prossime regionali: “Apre a Salvini? Bella accoppiata, ne sconfiggiamo due con un colpo solo”. All’oratoria del sindaco fanno da contraltare le riflessioni degli altri. Sales vaticina: “Siamo al redde rationem della nazione, una nazione fragile, che ha coperto la sua fragilità per anni. Non esiste niente di più incompatibile di un meridionale e Salvini, non riesco a trovare una spiegazione razionale all’irrazionale di chi lo vota”. Masullo osserva: “Gli italiani sono ammalati di paura, perché ci sentiamo divisi, appartenenti a mondi diversi e fra di loro incompatibili”. Montanari ammonisce: “Prima di agire è necessario capire. Come si è amplificata la percezione dell’insicurezza?”. E Caporale sentenzia: “Salvini nasce per la cattiva reputazione della politica italiana, ma è una risposta di pancia, semplificatoria, che non risolve i problemi”. Quelli della Lega di certo sì.

Gianmaria Roberti

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