Diffamazione e calunnia al suo ex legale, rinviato a giudizio l’editore Varriale

L’ex patron di Julie Italia accusato per la campagna tv contro l’avvocato Ciruzzi, e per un esposto al consiglio dell’ordine avvocati. A processo anche i giornalisti De Cicco e Di Cioccio. La procura: “Motivi abietti e futili”. Via al dibattimento tra un anno

L’accusa ai tre imputati è di concorso in diffamazione aggravata da motivi abietti e futili, nei confronti del noto penalista Domenico Ciruzzi, presidente della fondazione Premio Napoli. Rinvio a giudizio per l’ex editore tv Lucio Varriale, cui si contesta anche la calunnia. A processo con lui, solo per diffamazione, i giornalisti Giovanni De Cicco ed Emilio Di Cioccio. All’epoca dei fatti erano dipendenti di Julie Italia. l’emittente da cui Varriale lanciava strali contro Ciruzzi, suo ex legale. Il gup del tribunale di Napoli, Francesco De Falco Giannone, ha accolto le richieste dei procuratori aggiunti Rosa Volpe e Raffaello Falcone, fissando la prima udienza al 18 settembre 2020, quando gli imputati compariranno davanti al giudice monocratico Roberta Zinno. Al termine dell’udienza preliminare, il pm Silvio Pavia, che rappresentava l’accusa in aula, ha chiesto la trasmissione degli atti. Il sostituto intende valutare le dichiarazioni spontanee di Varriale, oggi molto duro verso l’operato della procura.
“L’avvocato Varriale – spiega una nota del difensore Luigi Ferrandino – ha riferito in aula che questo decreto di rinvio a giudizio costituisce l’ennesima anomalia che viene messa in atto nei suoi confronti. Pertanto, non comprendo le ragioni del rinvio a giudizio. In ogni caso la posizione dell’avvocato Varriale, che ha raccontato fatti realmente accaduti, è talmente chiara che nel processo che ci avviamo a celebrare non sarà difficile dimostrare l’inesistenza del reato di calunnia e di diffamazione”. Ciruzzi, assistito dall’avvocato Valerio Esposito, si è costituito parte civile.

Gianmaria Roberti

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