De Luca richiude la Campania, mossa disperata per il flop del sistema sanitario

L’ordinanza del governatore sbarra l’accesso, fino al 21 marzo, a parchi, giardini, lungomari e piazze, per scongiurare assembramenti. “Dati gravissimi, stare a casa il più possibile”. La regione è terza in Italia per decessi nella seconda ondata

In Campania esplodono i contagi e imperversano le varianti del Covid. E De Luca si cala ancora nei panni preferiti: quelli di chi chiude tutto, con l’ennesima ordinanza. Una mossa disperata, per coprire i fallimenti del sistema sanitario. La Campania è terza – dati Istat di oggi – per incidenza dei decessi nella seconda ondata. “Risulta indispensabile – scrive il governatore nel provvedimento – scongiurare i rischi connessi agli assembramenti ed affollamenti nei luoghi pubblici”. E quindi “si raccomanda alla popolazione di evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio contesto abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. L’ordinanza dispone – da domani e fino al 21 marzo, termine di scadenza della zona rossa per la Campania – la chiusura di luoghi a rischio assembramento, dai lungomari alle ville comunali. De Luca cita l’ultimo Report previsionale del Ministero della Salute, che per la Campania “proietta i dati relativi agli indicatori di sorveglianza a valori di Rt pari a 1,76”, mentre “il rischio di soglie critiche di occupazione dei posti letto in area medica e terapia in tensiva disponibili a livello regionale nei prossimi 30 giorni supera la probabilità del 50%”. L’atto specifica: in Campania si rileva “una incidenza di malattia a sette giorni di 285 per 100.000 abitanti, molto al di sopra della media nazionale, pari a 206,9 per 100.000 abitanti e una percentuale di positività pari al 10.9%”. E viene da chiedersi come l’Rt – l’indice di contagiosità – sia schizzato, in pochi giorni da 0.96 a 1.76. E quanto sia fragile un sistema privo di barriere territoriali alla diffusione del virus.

L’ORDINANZA DEL 10 MARZO 2021

L’ordinanza numero 7 recita: “Con decorrenza dall’11 marzo 2021 e fino al 21 marzo 2021:salvo che nella fascia oraria 7.30-8,30, è disposta la chiusura al pubblico dei parchi urbani, ville comunali, giardini pubblici, lungomari e piazze, fatta salva la sola possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali aperti e alle abitazioni private. I soggetti competenti
garantiscono la chiusura di eventuali porte e varchi di accesso”. E ancora: “Con decorrenza dal 12 marzo 2021 e fino al 21 marzo 2021:è vietato lo svolgimento di fiere e mercati per la vendita al dettaglio, ivi compresi quelli
rionali e settimanali. Sono esclusi dal divieto i negozi siti in prossimità o all’interno di aree mercatali, ove provvisti di servizi igienici autonomi, limitatamente alla vendita dei generi alimentari e allo svolgimento delle altre attività consentite a mente dell’art.45 del Dpcm 2 marzo 2021″. E inoltre “si rammenta che sono sospese le attività delle ludoteche”. Quest’ultima è forse una risposta ad una nota, diffusa ieri dalle associazioni di categoria Sic (Servizi Infanzia Campania), Confapi Scuole Paritarie
Campania, con l’appoggio dell’associazione Scuole Aperte Campania. Le sigle “si sono unite per denunciare una disparità di provvedimenti che si fa davvero fatica a comprendere”. Ossia, che Il Dpcm dello scorso 2 marzo, in zona rossa, abbia chiuso le scuole di ogni ordine e grado, “autorizzando di contro con l’art 20, comma 2, le ludoteche a stare aperte”.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest