Il tribunale amministrativo ha dichiarato infondata l’iniziativa dei pentastellati

NAPOLI – Respinto. Il Tribunale amministrativo regionale ha dichiarato infondato il ricorso del Movimento Cinque stelle sulla incandidabilità di Vincenzo De Luca per la carica di Presidente della giunta della Campania. Il ricorso, presentato sulla base della legge Severino per la condanna di primo grado inflitta al candidato per abuso di ufficio, è stato dichiarato infondato dal collegio composto dal presidente Gabriele Nunziata e dai consiglieri Francesco Guarracino e Brunella Bruno.

Nelle motivazioni della sentenza il Tar sottolinea, tra l’altro, che presupposto per le cause di incandidabilità è costituito da «provvedimento di natura definitiva: condanna definitiva, provvedimento definitivo di applicazione della misura di prevenzione». I giudici pongono l’accento sul fatto che la legge Severino stabilisce che le condanne «quando non sono definitive – evidenzia il Tar – costituiscono causa di semplice sospensione di diritto dalla carica». «La situazione di sospensione dalla carica – scrivono i giudici amministrativi – siccome legata a un provvedimento non definitivo, è anch’essa intrinsecamente provvisoria, essendo destinata a far posto alla decadenza dalla carica stessa qualora intervenga il passaggio in giudicato della sentenza di condanna», «oppure a cessare col venir meno della causa di sospensione (ad esempio qualora venga emessa sentenza, anche se non passata in giudicato, di non luogo a procedere, di proscioglimento o di assoluzione)». Nella sentenza vi sono inoltre numerosi riferimenti alla giurisprudenza della Corte Costituzionale sulla candidabilità di condannati con sentenza non definitiva. «Alla luce di tutto ciò – conclude il Tar – non potrebbe in alcun modo fondatamente ritenersi che il dott. De Luca, in quanto condannato con sentenza non definitiva, versi in una ipotesi di incandidabilità».

 

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