Covid, Napoli: drammatico appello di una famiglia di Fuorigrotta

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

Lo scorso 29 settembre a mio padre è salita la febbre, tenuta non più di un giorno e mezzo. Abbiamo avvertito il nostro medico di base che, lo ha obbligato ad effettuare il tampone nasofaringeo. Domenica 3 ottobre, sono arrivate le risposte, è il risultato è stato positivo. Lunedì mattina ci siamo recati io ed il mio fidanzato all’Asl Napoli 1, per effettuare anche noi il tampone, risultati arrivati in meno di 48 ore tramite i nostri medici curanti, con esito negativo. Nel frattempo il restante della famiglia tra cui due bambine di 9 anni, mia madre e mio padre, mio zio di 41 anni affetto da una disabilità e mio fratello 17 anni immunodepresso, trapiantato, sono ancora in attesa che l’Asl si rechi a casa per effettuare il tampone. Non rispondono alle chiamate, vari medici rispondono che il personale è poco, altri ci dicono di non poterci muovere assolutamente da casa ma di aspettare. Siamo ognuno in una camera, muniti di mascherina e attenti ad ogni spostamento e pronti a disinfettare. La sollecitazione abbiamo deciso di farla sui social adesso, perché a rischio c’è la vita di 2 persone nella mia famiglia che possono rimanerci. Il virus in sé risulta una sorta di virus molto molto leggero, ma solo per chi non presenta nessuna patologia. Mio padre Antonio Ciccone, attore e produttore cinematografico, sta bene nonostante la positività, chiediamo assistenza sanitaria immediata, soprattutto per questi due membri della famiglia. Ci hanno praticamente preso in ostaggio. E non sappiamo che fine faremo. Ribadisco che stiamo tutti bene ma non so ancora per quanto lo saremo.

Benny Ciccone

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