L’ex sottosegretario processato per camorra lancia sospetti in udienza sull’ex avversario alle provinciali: “Fece il pieno di consensi nelle zone più controllate dal clan e si dimise senza dare spiegazioni, forse per un’intercettazione in cui parlava degli ‘amici di Casale'”. Il pm Milita: “In quella conversazione si parlava anche di Cosentino”
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nicola Cosentino si pente. Si pente di aver votato in Parlamento il 41 bis, la norma sul carcere duro per i mafiosi. “Il 41 bis è inumano, e oggi, dopo aver conosciuto in prima persona la situazione delle prigioni italiane, non voterei mai più a favore del suo inasprimento come feci alcuni anni fa su proposta dell’allora Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Ho cambiato idea”. L’ex sottosegretario risponden nell’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere alle domande del suo legale Agostino De Caro, durante l’udienza del processo in cui è imputato per concorso esterno in associazione camorristica. Ma Cosentino non si limita ad attaccare l’ordinamento penitenziario, sperimentato nella lunga detenzione in custodia cautelare. Va all’attacco anche di un ex avversario politico, Sandro De Franciscis, che lo sconfisse alle provinciali casertane nel 2005. “De Franciscis vinse contro di me, che ero il candidato del centrodestra, perché sostenuto dall’Udeur di Mastella che a Caserta era rappresentato da Nicola Ferraro”. Parla dello stesso Ferraro ritenuto dalla Dda di essere vicino al clan Schiavone e condannato per concorso esterno in associazione camorristica. Un nome al centro del grande affare dei rifiuti. “Dopo qualche anno De Franciscis – insinua Cosentino – si dimise senza dare alcuna spiegazione. Forse perché c’erano intercettazioni in cui De Franciscis parlava con un suo collaboratore ‘degli amici di Casale’ con cui mettersi a posto. Se fossi stato io il candidato della camorra avrei vinto: quindi o i Casalesi non contano nulla o mi hanno fatto la guerra anche in quel caso perché non mi sono mai piegato”.
Alle parole dell’ex coordinatore del Pdl replica Il pm Alessandro Milita: “Nella telefonata però si parlava anche dell’appoggio che lei aveva ricevuto dal clan in precedenza”. Ma Cosentino è un fiume in piena: “Se analizziamo i flussi di voti alle provinciali del 2005, si può notare che De Franciscis mi ha battuto nettamente nei Comuni in cui la presenza criminale è maggiore, come Marcianise, Orta di Atella e Gricignano d’Aversa. In questi ultimi due Comuni inoltre, proprio in quel periodo i sindaci Brancaccio e Lettieri crearono la società multiservizi Gmc con i fratelli Orsi, ritenuti legati al clan Bidognetti. Entrambi i sindaci sono stati poi arrestati in un’inchiesta Dda”. E anche stavolta l’ex sottosegretario fa i nomi: lo scorso dicembre tirò in ballo il cardinale Sepe per l’assunzione di due nipoti nella Eco 4 – la società di raccolta rifiuti nel Casertano- e il rivale nel partito Alfredo Vito, accusato di dossieraggio, di cui avrebbe appreso dalla giornalista Rosaria Capacchione.
(Foto Nicola Cosentino/Fb)