Coronavirus, Napoli: i giudici rinviano le cause. Grave danno per centinaia di  lavoratori

Processo del lavoro in quarantena, chiesto l’intervento dei ministri della giustizia e del lavoro e del presidente del Tribunale partenopeo

Gravissima situazione al Tribunale di Napoli. Il processo del lavoro viene  messo in quarantena producendo effetti  dirompenti e devastanti per centinaia di lavoratori e di lavoratrici. L’ultimo decreto-legge 8 aprile 2020 n 23 all’articolo 36 proroga ulteriormente il termine del rinvio d’ufficio delle cause civili e penali del 15 aprile 2020 all’11 maggio 2020. Negli uffici giudiziari partenopei, già dal decreto n 18 del 2020, che prevedeva all’articolo 83, comma 3 lettera a, in deroga al comma 1 la trattazione dei procedimento “la cui ritardata trattazione può produrre grave pregiudizio alle parti”  tutte le cause di lavoro sono state rinviate, comprese le impugnative di licenziamento secondo il rito della legge Fornero.  Ciò a differenza, ad esempio, della Corte di appello e del Tribunale del lavoro di Roma dove i licenziamenti, e non solo, stanno ricevendo regolare trattazione con modalità anche telematiche concordate con i capi dell’Ufficio giudiziario. Singolari e sorprendenti le decisioni assunte al Tribunale del Lavoro di Napoli. Andrebbero valutate la delicatezza e l’urgenza della materia dei licenziamenti e di altre che presentino analoghi profili di urgenza. Trattare quantomeno queste cause che rivestono una particolare importanza per i lavoratori con le modalità dettate dalle disposizioni normative vigenti e, quindi, da remoto in videoconferenza o con il deposito di note scritte.

Ricorrono, quindi, tutti i presupposti per poter trattare questi procedimenti. E’ necessario, urgente, l’intervento autorevole del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, del ministro del lavoro Nunzia Catalfo, del presidente del Tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo per impartire   tutti i provvedimenti che riterranno opportuni.  “Ricorrono gli estremi del grave pregiudizio nelle cause di impugnativa di licenziamento il cui protrarsi comporta il perdurare dello stato di disoccupazione del lavoratore – spiega un avvocato giuslavorista – Tale situazione risulta più grave, nell’attuale momento storico e il danno è ancora più attuale per quelle famiglie monoreddito in cui l’unico percettore di reddito era, per l’appunto, il lavoratore licenziato”.

Ciro Crescentini

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