Coronavirus, in cig 300 dipendenti  Campania Ambiente e Servizi. Spreco di denaro pubblico

Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione al presidente Vincenzo De Luca

Continuano a rimanere in cassa integrazione 300 dipendenti di Campania Ambiente e Servizi, la società di proprietà della Regione Campania che si dovrebbe occupare della raccolta differenziata dei rifiuti, la rifunzionalizzazione urbana, la manutenzione e il monitoraggio dei corsi d’acqua. Funzionalità lavorative che dovrebbero essere essenziali in questi giorni di emergenza sanitaria. Potevano essere individuate attività aggiuntive, ad esempio gli interventi legati alla sanificazione di strade ed edifici pubblici. E non solo. Campania Ambiente e Servizi riveste un ruolo strategico per la rimozione dei rifiuti e impedire i roghi che puntualmente si alimentano in alcuni territori. Invece, i vertici aziendali hanno preferito scaricare i costi sulla collettività attivando una ingiustificata cassa integrazione.

Sulla vicenda gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno presentato innumerevoli interrogazioni consiliari al presidente Vincenzo De Luca e agli assessori competenti presentate dagli esponenti del Movimento 5 Stelle.  “Soltanto ottimizzando al massimo competenze e professionalità del personale e sfruttando fino in fondo gli obiettivi della mission aziendale, sarà possibile salvare Campania Ambiente e Servizi, società in house con la Regione Campania – afferma  Maria Muscarà consigliera regionale pentastellata – Una situazione che impedisce la nascita del Polo ambientale, che riunisce quattro società regionali sotto un’unica gestione, nonostante i tentativi di salvataggio di Cas con continui interventi di rafforzamento patrimoniale, l’ultimo dei quali, pari a sei milioni e mezzo, previsto dalla Stabilità 2019. A farne le spese sono i 357 dipendenti che da mesi non percepiscono lo stipendio. Parliamo di una società multiservizi che ha tra i suoi compiti quello di provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili della Regione, delle Aziende sanitarie e delle Partecipate – sottolinea  Muscarà –  Eppure in tutti questi anni si è limitata a svolgere funzioni collegate al settore ambientale, tra raccolta rifiuti e disinquinamento degli alvei fluviali. Ed è paradossale che manchi proprio la manutenzione del patrimonio immobiliare regionale, tenuto conto dello stato di fatiscenza di numerose strutture, gran parte delle quali fanno capo alle aziende sanitarie”. E non finisce qui.  “All’attuazione solo parziale della mission aziendale e ai costi di gestione elevati, gran parte dei quali relativi ai costi del personale, si aggiunga un lungo elenco di sprechi – evidenzia ancora Muscarà –  Molte attività vengono esternalizzate, nonostante sia inquadrato personale con specifiche competenze, facendo della Cas l’ennesimo carrozzone come tutte le altre partecipate regionali. Il parco mezzi è totalmente a noleggio, con un costo stimato ad oggi di oltre un milione di euro, così come a noleggio sono i mezzi d’opera, tra escavatori, bobcat e camion, per 300mila euro, un prezzo che risulterebbe superiore 40% in più rispetto ai prezzi di mercato. L’unica sede e un appartamento di 400 metri quadri al parco Comola Ricci che ospita 60 amministrativi, un numero esorbitante per una società che dovrebbe svolgere servizi di manutenzione – conclude Muscarà – Criticità effetto dell’assenza di un piano aziendale e di una vera programmazione per una società dalle potenzialità altissime, ma di cui non si è mai tenuto conto”. Parole durissime. A questo punto le domande sorgono spontanee: quali iniziative concrete, decisioniste intende assumere il governatore Vincenzo De Luca? E’ pronto un decreto, un provvedimento regionale d’urgenza per reintegrare al lavoro i 300 lavoratori di Campania Ambiente e Servizi per utilizzarli nell’ambito dell’emergenza sanitaria Coronavirus?

Ciro Crescentini

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