Comune Caserta, aste pilotate in favore del clan Belforte: 6 arresti, ci sono 2 politici

Gli indagati accusati di turbata libertà degli incanti, corruzione, truffa e trasferimento fraudolento di beni, con l’aggravante del metodo mafioso. In cella l’ex vicesindaco Ferraro

Tra le persone raggiunte dalla misura cautelare ci sono l’ex vice-sindaco di Caserta Enzo Ferraro, nonché ex assessore con la delega alla Polizia Municipale, e Giuseppe Gambardella, ex dirigente dei servizi sociali, colpito da divieto di dimora in Campania. Secondo gli inquirenti i due, dietro compenso di denaro ed altre utilità, avrebbero favorito l’aggiudicazione di una gara d’appalto per la gestione del servizio di trasporto disabili, alla ditta riconducibile all’imprenditore Angelo Grillo, collegato al clan “Belforte” di Marcianise e attualmente detenuto. I carabinieri del Reparto Operativo di Caserta, nelle province di Caserta, Sassari e Trento, hanno eseguito una misura cautelare emessa dall’ufficio gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, corruzione, truffa e trasferimento fraudolento di beni, con l’aggravante del metodo mafioso.

 

 

 

L’ACCUSA AGLI EX AMMINISTRATORI PUBBLICI: MAZZETTE E ASSUNZIONI PER GLI APPALTI – Ferraro e Gambardella, secondo i pm, hanno aggiudicato illecitamente la gara per il servizio di trasporto disabili alla cooperativa Voglia di vivere, riconducibile a Grillo. I due avrebbero fatto in modo che la ditta fosse pagata senza ritardo, con prelazione rispetto ad altri fornitori di servizi del Comune. In cambio avrebbero ricevuto mazzette e ad assunzioni di persone segnalate da loro nelle ditte vicine ai Belforte. Ferraro avrebbe intascato per anni una tangente di 1000 euro mensili da Grillo. Con loro è finito in carcere l’imprenditore Gaetano Barbato, socio della coop “Voglia di vivere”. Arresti domiciliari invece per i collaboratori di Grillo: Assunta Mincione, Antonio Finelli e Pasquale Valente, già coinvolti in altre inchieste sugli appalti vinti dall’imprenditore. I carabinieri del reparto operativo hanno sequestrato due società riconducibili a Grillo, intestate a prestanome. I fatti contestati risalirebbero al periodo in cui Ferraro, ex An poi confluito nel Pdl e in Forza Italia, era assessore ai servizi sociali della giunta di centro-destra guidata dal defunto Luigi Falco. Tra gli appalti finiti poi nel mirino della Dda quello per la pulizia del sito borbonico del Belvedere di San Leucio, aggiudicato a Grillo: per questa vicenda non è indagato Ferraro ma il solo imprenditore, mentre gli inquirenti sospettano il coinvolgimento anche dell’ex sindaco Falco.

 

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