Possibili almeno 2 mila nuovi posti di lavoro. Dal 2002 al 2013 ha finanziato l’apertura di 200 cantieri per lavori nel campo della manutenzione edilizia e del restauro
Il governo cittadino guidato dal sindaco Luigi de Magistris sarebbe orientato a rilanciare il progetto “Sirena” per attuare un serio programma di manutenzione, recupero e restauro degli edifici pubblici, privati ubicati nel centro storico e nelle periferie di Napoli. E’ quanto trapela dagli uffici di Palazzo San Giacomo. Una scelta politica ed amministrativa che sarà sicuramente accolto positivamente dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni dei lavoratori e degli imprenditori del settore delle costruzioni. Il rilancio del progetto potrebbe creare almeno 2 mila nuovi posti di lavoro favorendo l’assunzione di muratori, restauratori architettonici ed artistici. Un progetto che ha già prodotto risultati positivi in Città, soprattutto nell’area del centro antico. La questione potrebbe essere affrontata in una delle prime riunioni della giunta comunale. Il governo cittadino sarebbe orientato a riproporre il programma di recupero per alimentare un ciclo virtuoso di sviluppo ed occupazione nel settore dell’edilizia, dove la crisi ha distrutto il maggior numero di imprese e posti di lavoro di qualsiasi altro settore economico. Dal 2002 al 2013, il progetto Sirena ha finanziato l’apertura di 200 cantieri per lavori nel campo della manutenzione edilizia e del restauro generando quasi 300 milioni di euro di interventi edilizi (65 per cento di contributo privato). Prioritari furono considerati gli interventi ed i lavori per la messa in sicurezza degli edifici, all’adeguamento funzionale ed energetico, al decoro urbano. Circa 150 i tecnici coinvolti, 90 le piccole imprese che eseguirono i lavori. La società mista pubblica-privata ‘Sirena’, inizialmente costituita da Comune di Napoli e Associazione dei Costruttori fu poi allargata a Regione Campania, Camera di Commercio e Unione Industriali.
Le difficoltà gestionali emersero quando non arrivarono i finanziamenti promessi, determinando 1,2 milioni di debiti e 1,1 milioni di crediti. E non solo. Per colpa del patto di stabilità furono bloccati anche 500 mila euro per il progetto di riqualificazione dei bassi ai Quartieri Spagnoli. In base all’esperienza professionale acquisita nel centro storico di Napoli, Sirena fu chiamata a collaborare in Cina, in Tunisia e in Cile. La società aveva nel proprio organico appena quattro dipendenti con contratto a tempo indeterminato e due dirigenti con contratto di collaborazione. L’aspetto innovativo del progetto consisteva nel coo-finanziamento pubblico- privato: dove al pubblico era demandato, insieme alla definizione delle regole e al controllo, il compito di individuare le azioni strategiche e le forme d’incentivazione necessarie per rendere attrattivo l’intervento.
Ciro Crescentini
(Foto comune.napoli.it)