Caso Sedu, l’Aimo: “I magistrati onorari non c’entrano”

Il consigliere dell’ordine avvocati, di origini nigeriane, vittima di un episodio offensivo al tribunale dei minorenni, dove si è visto chiedere il tesserino e se fosse laureato. L’associazione dei giudici “non togati”: “Solidarietà al legale, ma l’autore del gesto è erroneamente associato alla nostra categoria”

“Episodi di questo genere non dovrebbero mai verificarsi soprattutto in una città come Napoli,  in cui da sempre convivono diverse anime, tradizioni e culture, nel massimo rispetto reciproco”. L’Aimo (Associazione Italiana Magistratura Onoraria) esprime la più totale vicinanza e solidarietà al Consigliere dell’Ordine degli Avvocati  di Napoli, avvocato Hilarry Sedu, per l’inammissibile episodio di cui è stato vittima nella giornata di mercoledì 3 febbraio. Al Tribunale per i minorenni di Napoli, una psicologa-giudice minorile (nel procedimento per i minori i collegi sono misti), non credendo che Sedu potesse essere un avvocato, gli ha chiesto il tesserino, e se fosse laureato. Il legale – italiano di origini nigeriane -, ha raccontato la vicenda sui social, buttandola un po’ sull’ironia, anche se amara, ma esprimendo comunque condanna per il comportamento del pubblico ufficiale.

L’Aimo, nel solidarizzare con Sedu, evidenzia al contempo come l’autore del gesto non sia né un giudice onorario di pace, né un vice procuratore onorario.

“Davvero non comprendiamo il motivo degli attacchi contro l’intera Magistratura Onoraria – afferma l’associazione-, che ogni giorno opera per la tutela dei diritti dei cittadini ed in specie delle persone più deboli e verso la quale il paese ha un enorme debito di riconoscenza. La magistratura precaria ha pagato un prezzo altissimo per assicurare il funzionamento della giustizia anche con la grave pandemia in atto, che ha cagionato il decesso di molti colleghi, i cui familiari non riceveranno nulla per la perdita dei loro cari”.

L’Aimo sottolinea: “Ebbene i magistrati onorari sono discriminati da 25 anni: trattano il 65% dei procedimenti in modo professionale ed efficiente e definiscono il processo in media in meno di un anno e ciascuno di essi arriva a definire anche 800 procedimenti annui in materie delicate quali immigrazione e nel settore penale; ma sono gli unici lavoratori a non godere di tutele previdenziali ed assistenziali, né ferie, né maternità, famosa è la vicenda dei “parti in udienza”, né TFR e con la riforma che entrerà a regime quest’anno saranno retribuiti meno di un percettore di un reddito di cittadinanza”. La nota associativa conclude: “Doveroso condannare episodi di questo genere, ma altrettanto doveroso specificare l’estraneità della categoria della magistratura precaria, auspicando che un fatto inaccettabile non diventi il mezzo per attaccare tali magistrati in un momento tanto delicato per il loro futuro”.

Ad ogni modo, l’avvocato Sedu ha chiuso il caso, annunciando di aver fatto pace con la psicologa,  alla presenza della presidente del tribunale per i minorenni, Patrizia Esposito, e del presidente dell’ordine degli avvocati, Antonio Tafuri. “Abbiamo trovato una linea mediana che – spiega il legale – ci ha consentito non di stringerci la mano, perché c’è la pandemia, ma di darci il gomito”.

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