Capuozzo tra l’incubo De Robbio e i post di Cesarano: “Mi sostenne su Fb ma non me ne accorsi”

Il sindaco di Quarto: “Ho appreso dai pm che mi interrogavano dei procedimenti a carico dell’imprenditore. Mi inviò un messaggio augurale ma non ci feci caso perché non curo personalmente la mia pagina sul social”

NAPOLI – “Stanotte ho avuto un incubo, colpa di De Robbio, che mi inseguivano. Non ho bisogno di Freud”. Il sindaco di Quarto e la presunta estorsione dell’ex consigliere, ritenuto emissario di ambienti vicini al clan Polverino. Nel giorno in cui l’udienza al Riesame si occupa del geometra Giulino Intemerato – per l’accusa l’uomo che i Cesarano intendevano far nominare responsabile delle pratiche edilizie – è possibile una nuova discovery degli atti. Ed emergono dettagli su cosa pensasse Rosa Capuozzo di De Robbio. Agli incubi notturni allude il messaggio WhatsApp inviato la mattina del 18 ottobre dal sindaco al vice sindaco Andrea Perotti. Al marito Ignazio Baiano, Capuozzo invece il 9 novembre scrive: “Poi ti dico come mi ha ricattato De Robbio”. Il Quarto gate non è ancora esploso, ma già sono in corso le manovre che gettano il sindaco grillino in un girone dantesco, del quale lei non fa mistero con le persone della sua cerchia. Ancora prima, il 16 ottobre, il consorte chiede a Capuozzo “we ma che vuole De Robbio a quest’ora?”. E il primo cittadino risponde: “Non lo so, sono preoccupata, poi ti spiego”. Ma prima delle presunte minacce, la cricca avrebbe tentato approcci con Capuozzo in tempi non sospetti. Addirittura in campagna elettorale

Nell’interrogatorio del 12 gennaio, il sindaco dichiara. “Fui portata a casa di Mario Ferro (ex Pd, indagato ndr) da Giovanni De Robbio durante la campagna elettorale. Ferro mi chiese di far assumere il figlio nel cimitero ma io – precisa Capuozzo – risposi che queste cose noi non le facevamo. Egli guardò Giovanni De Robbio che disse che ero io a decidere. Non è pertanto vero che Ferro mi garantì il suo appoggio, è vero peraltro, che egli mi aspettò all’atto del mio insediamento per fare da cicerone nel comune come se ne fosse il padrone. Escludo pertanto che io lo abbia incontrato, a parte che in occasione del mio insediamento”. Ma quale sarebbe il ruolo di Ferro? Gli lo descrivono come cerniera tra De Robbio Alfonso Cesarano, imprenditore del settore pompe funebri ritenuto vicino al clan Polverino. “Un collante e uno strumento di comunicazione”. A Capuozzo i pm chiedono anche del post di Cesarano diretto a lei su Facebook.”Aspettavamo una stella, tu sei la migliore, ci guiderai” scrive l’imprenditore indagato. “Prendo atto in questo momento  – mette a verbale il sindaco – di un messaggio di sostegno di Alfonso Cesarano, in precedenza, non ci avevo fatto caso. Del Resto io ho inquadrato questo nome come sensibile solo dopo essere stata interrogata dal pm. Ho notato come in questi ultimi giorni egli risponde a molti miei post, talvolta in maniera non ben comprensibile. Posso dire che peraltro io non curo personalmente la mia pagina Facebook, essendo questo un compito del mio staff”. Sull’imprenditore il primo cittadino aggiunge: “Ho scoperto che Cesarano era stato sottoposto a procedimenti penali per reati di mafia dopo le notizie che ho appreso dalle domande che mi erano state rivolte nel corso della interrogatorio reso ai carabinieri di Pozzuoli il 25 novembre dello scorso anno”. Stasera alle 20 il sindaco sarà in audizione presso la commissione parlamentare antimafia.

(Foto Rosa Capuozzo/Fb)

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