Campania, troppi studenti universitari si tolgono la vita schiacciati dalla competizione selvaggia e la paura di fallire

Ieri un altro suicidio a Maddaloni, in provincia di Caserta: il terzo in un anno in Campania. 

Troppi studenti universitari si tolgono la vita condizionati dalla paura di fallire o di deludere i genitori. Ieri un altro suicidio a Maddaloni, in provincia di Caserta: il terzo in un anno in Campania.  Antonio, 25 anni studente della facoltà di economia dell’Università Federico II avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea poche ore dopo.

Invece, il ragazzo ha deciso di togliersi la vita gettandosi all’una di notte da uno degli archi dell’acquedotto carolino. Il giovane ha lasciato un bigliettino ai genitori che hanno un’azienda agricola, per motivare il gesto estremo e nel quale ha raccontato del suo disagio. In paese si racconta che il giovane avesse detto di essere prossimo alla laurea.

Ancora una triste storia, ancora lo stesso copione. I ragazzi e le ragazze si inventano esami, si inventano sedute di laurea inesistenti, addirittura si arriva a far rilegare una tesi di laurea.

Tanti i casi nella nostra regione e in tutto il Paese. Secondo Unione degli Universitari, il sistema di istruzione sottopone gli studenti a continuo stress isolando chi si trova in difficoltà. 

I suicidi tra i giovani prevalentemente per motivi di studio è un fenomeno latente, che purtroppo si sta diffondendo.

A pesare nella loro scelta anche la percezione di inadeguatezza nelle tappe che scandiscono il percorso di studi.  Gli studenti si sentono condizionati dalla competizione selvaggia, dal totem dell’eccellenza, dalle difficoltà d’accesso al mondo del lavoro, dal peso di trovare un ruolo in una società classista che gli lascia poco spazio. Paura di deludere, rischio di fallire, inadeguatezza, i motivi possono essere tanti, ma forse è arrivato il momento di riflettere per capire e cambiare davvero. Ora basta.

CiCre

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest