Campania regione dove si vive meno e si muore di più: non solo inquinamento, allarme stili di vita

Rapporto Osservasalute: sos fumo e obesità giovanile. Oltre la metà della popolazione dichiara di non praticare sport. Sotto la media nazionale anche il tasso di fecondità. Ma c’è il boom della raccolta differenziata: +321,2%, superate le percentuali del resto d’Italia

Per la prima volta nella storia d’Italia cala l’aspettativa di vita. Lo afferma la XIII edizione del Rapporto Osservasalute, presentato a Roma, all’Università Cattolica. Nel 2015 si sono registrati circa 54.000 decessi in più rispetto all’anno precedente. Nel complesso si fuma meno e si fa più sport, ma gli italiani risultano ancora poco attenti alla propria salute e non adottano stili di vita adeguati a proteggerla.

E la Campania è maglia nera quanto ad aspettativa di vita, che alla nascita, nel 2015 (dati provvisori), è pari a 78,3 anni per gli uomini ed a 82,9 anni per le donne (valore nazionale: uomini 80,1 anni e donne 84,7 anni). I dati di mortalità, nel 2012, risultano pari a 118,7 per 10.000 per gli uomini ed a 78,3 per 10.000 per le donne (valore nazionale: uomini 105,4 per 10.000 e donne 67,5 per 10.000), valori più elevati tra le regioni italiane.

Certo, pesa il macigno dell’inquinamento. Ma guardando ai fattori di rischio, nel 2014 la quota di fumatori tra la popolazione di età 14 anni ed oltre è pari a 22,1% (valore nazionale 19,5%), valore più elevato tra le regioni italiane. Considerando il periodo 2007-2014, si registra una diminuzione (-15,6%) e l’andamento che si osserva è altalenante e dal 2012 segue quello italiano. Anche a livello nazionale si osserva un andamento decrescente (-11,8%), ma meno marcato. La prevalenza di persone di età 18 anni ed oltre in condizione di sovrappeso è pari, nel 2014, a 41,5% (valore nazionale 36,2%), valore più elevato tra le regioni italiane. Nell’arco temporale 2005-2014, i dati della Campania risultano tutti maggiori rispetto ai valori Italia e presentano un andamento simile a quello nazionale. Considerando l’intero periodo temporale nella regione in esame si è registrato un aumento pari a +4,5% (valore nazionale +4,3%). La prevalenza di persone di età 18 anni ed oltre obese è pari, nel 2014, a 11,2% (valore nazionale 10,2%).I dati della Campania presentano un andamento oscillante (range 10,3-11,6%) con valori superiori ai dati nazionali, ad eccezione del valore 2013 che risulta uguale al dato Italia. Inoltre, in Campania la prevalenza di coloro che dichiarano di non praticare sport è pari a 54,6% (valore nazionale 39,9%). E la prevenzione? La copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione di età 65 anni ed oltre è pari, nella stagione 2014-2015, a 52,9% (valore nazionale 48,6%). In compenso il consumo di farmaci, nel 2014, è pari a 1.121 DDD/1.000 ab die (valore nazionale 1.039 DDD/1.000 ab die). Nell’arco temporale 2001-2014 si osserva come il trend della Campania è molto simile all’andamento nazionale fino al 2010. Da evidenziare è il trend in aumento che si evidenzia a partire dal 2012 e che risulta più marcato rispetto al trend Italia. Considerando l’intero periodo temporale, in Campania si è registrato un aumento pari a +52,1% (+54,2% valore nazionale).

 

Su una cosa però non si può obiettare nulla: la percentuale dei rifiuti solidi urbani raccolti in modo differenziato è pari a 47,6% (valore nazionale 45,2%). Nell’arco temporale 2006-2014 si osserva un marcato trend in aumento (+321,2%), con valori che si collocano al di sotto del dato nazionale fino al 2010. Dal 2011 in poi i dati risultano maggiori. Anche a livello nazionale si osserva un trend in aumento (+75,2%). Ma se cala l’aspettativa di vita e aumentano i decessi, cosa si può dire delle nascite? Il tasso di fecondità totale, nel 2015, è pari a 1,35 figli per donna (valore nazionale 1,39 figli per donna) risultando inferiore al livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale. Nell’arco temporale 2002-2015, si osserva che la ripresa dei livelli di fecondità, in atto a livello nazionale fino al 2010, mostra in Campania un andamento caratterizzato da dati maggiori rispetto ai dati Italia fino al 2009 e da dati minori dal 2010 al 2015. Tanti luoghi comuni sono da rivedere.

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