Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Non c’è pace per i navigator campani.
Superata l’impegnativa selezione pubblica nel giugno del 2019, questi giovani professionisti, tutti laureati con una media di 107/110, hanno da subito scontato una pesante discriminazione rispetto ai colleghi delle altre Regioni, che hanno invece regolarmente preso servizio il 1 agosto 2019: sono infatti stati fortemente osteggiati, nonché oggetto di scherno, da parte del Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il quale decise di non volersi avvalere di tali figure professionali, create ad hoc per offrire supporto, in affiancamento agli operatori dei CPI, relativamente alla gestione di percettori del RdC, sul lato dell’offerta di lavoro, e delle aziende, sul lato della domanda di lavoro.
Solo dopo lunghe trattative, interlocuzioni e manifestazioni, fu concesso loro di poter iniziare il percorso lavorativo al pari dei colleghi delle altre regioni, ma a far data dal 2 dicembre 2019, con quattro mesi di ritardo (ed altrettanti mesi di stipendio persi). Senza considerare che né gli obiettivi contrattuali sono mai stati riproporzionati al minor numero di mesi loro a disposizione, e che gli stessi obiettivi contrattuali non hanno trovato riscontro nella realtà: se da contratto era previsto come obiettivo la gestione di n. 150 aziende e di n. 150 beneficiari di RdC, i navigator campani hanno avuto in carico non meno di 700 aziende e non meno di 900 beneficiari ciascuno, per citare un esempio.
E’ inoltre da sottolineare che la Campania è stata l’unica Regione in cui i navigator non hanno avuto fisicamente accesso ai CPI loro assegnati e che, pertanto, tutta la delicata e complessa attività da questi svolta è stata effettuata da remoto.
Dopo la naturale scadenza del contratto e dopo due proroghe di sette e quattro mesi (concesse ai navigator di tutt’Italia), i navigatori campani si trovano nuovamente in una inpasse istituzionale di cui al momento non è dato conoscere motivazioni e responsabilità.
In data 27 aprile 2022 una delegazione di navigator aveva interloquito con il Ministro del Lavoro Orlando, il quale aveva messo sul tavolo l’impegno ad effettuare una ricontrattualizzazione per i 1.618 navigator attivi (i tempi per una terza proroga erano troppo stringenti). Tale ricontrattualizzazione era così concepita: due mesi di contratto per tutti i navigator, dal 1 giugno 2022 al 31 luglio 2022 più tre ulteriori mesi, stavolta subordinati al placet delle singole Regioni. In pratica le regioni più “virtuose”, quelle che cioè avessero provveduto al completamento del potenziamento dei CPI, avrebbero potuto scegliere di non avvalersi più della collaborazione dei navigator.
Da sottolineare che per la sola Campania era previsto un rafforzamento per 1840 nuove unità, stando al piano di rafforzamento dei CPI, obiettivo bel lungi dall’essere stato anche solo minimamente sfiorato.
Intanto a fine aprile veniva loro fatta richiesta di restituire i device aziendali presso la sede di Anpal Servizi e sono stati loro disattivati tutti gli account aziendali.
E qui si è venuta a creare, in Campania, una situazione unica nella storia del diritto del lavoro: mentre nel resto delle regioni i loro colleghi ricevevano e sottoscrivevano regolarmente il nuovo contratto, per prendere effettivamente servizio il 1 giugno 2022, in Campania i 275 navigator ancora attivi, hanno ricevuto la mail con il contratto solo nelle tarda serata del 30 maggio 2022 da firmare, pena decadenza, entro le ore 16:00 del giorno 31 maggio 2022.
Tale email conteneva però una esplicita clausola: “(…) Per quanto sopra, si specifica che la ricontrattualizzazione di cui all’art. 34 D.L. 50/2022 è prevista al fine di svolgere attività di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle Regioni.
Tuttavia, ad oggi la Regione Campania ha manifestato la propria indisponibilità ad utilizzare le prestazioni dei navigator. Pertanto, il presente contratto sarà efficace dal momento in cui la Regione darà la sua disponibilità. (…)”
Tale clausola ha creato una situazione paradossale, una sorta di “bipolarismo istituzionale”: da un lato i navigator campani si ritrovano tra le mani un contratto sottoscritto ed a tutti gli effetti valido, ma inefficace, dall’altro si continua a parlare di potenziamento dell’organico nei Centri per l’Impiego e della volontà istituzionale di dare concreta vita alle Politiche Attive per il Lavoro.
Anpal Servizi ha anche effettuato la CO all’INPS, sicché per tale istituzione i navigator campani risultano a tutti gli effetti in stato di occupazione fino al 31 luglio 2022, benché con in mano un contratto di fatto “inefficace”. Questo porta con sé, come corollario, non solo che i navigator campani si ritrovino nuovamente alla mercé della volontà della Regione Campania, ma che non abbiano né diritto ad una retribuzione, né possono fare richiesta della DISCOLL, in quanto l’INPS si è chiaramente espressa in merito, considerandoli a tutti gli effetti occupati.
Per concludere, a livello nazionale, in data 23 giugno 2022 tutte le Regioni si sarebbero dovute esprimere circa la volontà di avvalersi di queste figure professionali per gli ulteriori tre mesi, così come previsto dall’accordo con il Ministro Orando.
Ad oggi sono cinque le regioni che hanno dichiarato la loro indisponibilità: Piemonte, Lombardia, Campania, Veneto e Umbria, per un totale di 538 colleghi, a livello nazionale, che resteranno senza contratto a partire dal 31 luglio 2022.
Intanto in Campania, al danno, si assiste inermi e un po’ indignati alla beffa della vicenda della stabilizzazione del personale della SCABEC S.p.A potenzialmente senza alcuno svolgimento di prove concorsuali.
Ed è altresì noto che esiste una sottintesa, dove non esplicitata, volontà delle forze politiche di surrogare il ruolo dei navigator spostando il sistema della Politiche Attive per il Lavoro dal pubblico al privato, ovvero alle APL. In una Regione con il più alto tasso di disoccupazione, con il più elevato numero di percettori del RdC ci si permette il lusso di gettare alle ortiche un investimento milionario e un nutrito gruppo di professionisti già formati e già operanti sul campo.
La soluzione è sotto il naso, ma si preferisce disperdere gli investimenti effettuati e le professionalità già testate sul campo, e con numeri e risultati decisamente rimarchevoli, piuttosto che dare a queste ultime una opportuna collocazione nell’alveo del sistema della PAL, sistema che in Italia notoriamente non brilla, specie se confrontato coi numeri delle altre nazioni dell’Unione Europea
I navigator campani