Campania, licenza sospesa per le imprese che utilizzano lavoratori in nero. Pronta una legge regionale

L’iniziativa è stata promossa  prendendo spunto dalla vicenda di Francesca Sebastiani, la giovane napoletana che cercava posto da commessa ed ha denunciato sui social di aver ricevuto un’offerta da 70 euro a settimana.

Le imprese campane che non rispettano i contratti di lavoro, utilizzano lavoratori in nero o in grigio potrebbero vedersi sospendere la licenza e la partecipazione ad associazioni di categoria.

Netta la posizione assunta dall’assessore al lavoro della Regione Campania Antonio Marchiello: “Ci sono queste proposte e sono d’accordo che chi fa offerte indecenti non può più avere la licenza“. Pronta una proposta di legge regionale. L’iniziativa è stata promossa  prendendo spunto dalla vicenda di Francesca Sebastiani, la giovane napoletana che cercava posto da commessa ed ha denunciato sui social di aver ricevuto un’offerta da 70 euro a settimana.

Francesca Sebastiani

Il problema segnalato dalla ragazza è stato affrontato nella riunione della Commissione Regionale Lavoro e Attività  produttive – convocata dal presidente Giovanni Mensorio, del Centro Democratico – che ha proceduto ad una serie di audizioni. La stessa Francesca è stata invitata, su iniziativa del consigliere Francesco Emilio Borrelli, ma non ha potuto partecipare per motivi di salute.

Siamo a un cambio di cultura – ha spiegato l’assessore – che parte dal coraggio di denunciare chi avanza proposte così oscene. Per migliorare la società dobbiamo avere coraggio, questa ragazza lo ha avuto e noi dobbiamo essere vicini come istituzioni a lei e a tutti quelli come lei. Dobbiamo far capire agli imprenditori che non vince chi paga un basso salario, ma chi assume chi è in grado di fornire una buona prestazione e che dà risultati, pagando secondo le regole. Se riusciamo a fare questo tipo di salto di cultura in Campania saniamo tanti buchi neri che ci sono nella nostra società. La giunta si impegna su questo lavoro e quanto prima vedrete le proposte di legge”.

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