Campania, Maria Pia Zanni (Potere al Popolo):”Subito un piano straordinario per il lavoro”

Potere al Popolo unica lista della sinistra sociale e radicale presente alle prossime elezioni regionali

Potere al Popolo è l’unica lista della sinistra sociale e radicale presente alle prossime elezioni regionali in Campania. E’ composta da candidati che rappresentano punti di riferimenti di vertenze sociali, sindacali e territoriali. Un recente sondaggio accredita la lista al 2,2 %. Ulteriori sforzi e iniziative mirate potrebbero coronare il sogno di eleggere rappresentanti in consiglio regionale. Il Desk ha intervistato uno dei candidati di Pap al consiglio regionale, Maria Pia Zanni, combattiva militante sindacale dell’Usb ex leader dei movimenti dei disoccupati e dei precari Lsu di Napoli e della Campania.

Maria Pia Zanni

Maria Pia Zanni è ancora possibile  fare politica nel nostro Paese, in Campania e ipotizzare un nuovo modello di società?

Più che di possibilità di fare politica parlerei di necessità. Certo, la crisi di rappresentanza politica e sociale di questi ultimi decenni ha ristretto ed eroso gli spazi, i luoghi della partecipazione democratica e del protagonismo sociale nel governo della cosa pubblica. I corpi cosiddetti intermedi, compreso il ruolo del sindacato, in particolare di Cgil Cisl Uil, si sono rivelati inadeguati alla fase quando non apertamente a sostegno di un sistema di potere neoliberista le cui politiche di compatibilità economica al grande capitale e alla finanza imposte dalle Istituzioni europee, richiedevano scelte sociali draconiane sui settori più deboli e su larghe fasce della popolazione. Le conseguenze disastrose sono sotto gli occhi di tutti nel nostro Paese e non solo, con effetto moltiplicatore sul Meridione e la Campania.

C’è ancora spazio per la sinistra sociale e di classe nel nostro Paese?

Assolutamente si. E proprio per questo necessita riprendere parola ed assumere protagonismo e responsabilità nella costruzione di un modello di società alternativo ed antitetico a quello attuale. Un imperativo morale e politico che, per fortuna, una nuova insorgente generazione di donne e uomini ha deciso di raccogliere e di farne impegno politico e pratica sociale quotidiana.

La vicenda pandemica, non ancora del tutto chiusa, purtroppo, ha messo a nudo la disumanità e i reali interessi che facevano e fanno da architrave dell’attuale sistema sociale e produttivo. È apparsa netta la subalternità delle tutele sociali come la garanzia del diritto alla salute, la sicurezza sui luoghi di lavoro e la garanzia del reddito, agli interessi prevalenti del mercato e dell’impresa ovvero del profitto. Un modello sociale ed economico scavato in profondità sulle diseguaglianze sociali, che ha mostrato tutta la sua fragilità, l’inadeguatezza e l’ingiustizia sociale della sua struttura.

Precarietà, disoccupazione, licenziamenti. E’ possibile promuovere un piano straordinario per il lavoro in Campania? Quali i punti principali?

 In Campania, prima che nel resto del Paese, occorre far saltare il tappo rappresentato da legami pattizi e correntizi tra poteri forti, organizzazioni malavitosi e criminali con un sistema politico di governo radicato su affarismo e corruttela, permanentemente ed eternamente occupato dagli stessi uomini. Un’ampia e prioritaria azione di bonifica delle Istituzioni che hanno seminato veleni e morte sul nostro territorio e condannato Intere generazioni al ricatto e ad una esistenza precaria e senza futuro. Questione ambientale, risanamento e valorizzazione del territorio, potenziamento della rete dei servizi pubblici, sono, tra i punti programmatici, indissolubilmente legati alla lotta alla precarietà e per il lavoro. Agli interventi frazionati, di natura spesso emergenziale e di sostegno al reddito che, più che essere reali occasioni di lavoro, sono risultati veri aiuti e laute prebende per le imprese, con notevole spreco di risorse pubbliche, opponiamo la visione organica di un piano straordinario che riporti nell’agenda di governo della Regione, la centralità del lavoro e la prospettiva di uno sviluppo del territorio disegnato su benessere collettivo, buona qualità della vita, rispetto dell’ambiente e delle persone, dei loro diritti e della loro dignità.

In quest’ottica uno dei primi atti sarà la definizione ed il varo di un piano di stabilizzazione dei precari e dei lavoratori socialmente utili della pubblica amministrazione, di reinternalizzazione dei servizi pubblici nel tempo esternalizzati e concessi in appalto, che restituisca diritti e dignità ai tanti precari e sfruttati di Stato.

La sinistra politica e sociale, movimenti. Perché tante divisioni e frammentazioni?

 I processi di frammentazione e divisione della classe e del corpo sociale, prodotti dalle politiche governative degli ultimi 30 anni almeno, caratterizzati dall’aggressione ai diritti e alle conquiste del movimento operaio e dei lavoratori, hanno rappresentato oggettivamente un terreno di sfida e di intervento per la sinistra sociale e politica, movimenti compresi.

Alla destrutturazione come modello e scelta politica dominante dei governi neo liberisti, non si è saputo opporre un necessario e salvifico processo di ricomposizione unitario delle nostre forze, che prediligesse la pratica politica come vero terreno di confronto. Questa necessità è ancora aperta ed urgente e impegna chiunque voglia realmente lavorare per la trasformazione dello stato di cose presente.

CiCre

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