Campania, De Luca  trasforma la scuola in un campo di  battaglia personale contro il governo

Il governatore ha diffuso una nota sui dati relativi ai nuovi casi di positività. Le associazioni: “è impossibile che i contagi siano avvenuti all’interno delle aule considerato che il virus ha un tempo di incubazione di almeno 3 o 4 giorni e che le scuole sono state riaperte solo l’11 gennaio”

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha trasformato la scuola in un campo di battaglia personale contro il governo nazionale. Oggi, il governatore ha diffuso una nota sui dati relativi ai nuovi casi di positività al Covid-19 in età scolastica, chiamando in causa i Ministri Speranza e Bianchi. In sintesi, il “signorotto salernitano” alimenta ulteriore tensione e polemica con il chiaro obiettivo di chiudere le scuole e passare alla Didattica a Distanza

I dati rilevati dalle nostre Aziende sanitarie sui positivi registrati in età scolastica nella settimana 11-17 gennaio 2022 ammontano a 25.745“ – ha detto  De Luca. “I contagi riguardano le seguenti fasce di età: 0-5 anni, 7.442; 6-10 anni, 10.881; 11-13 anni, 7.422. Totale 0-13 anni: 25.745. Ritengo opportuno inviare questi dati al Ministero della Salute, e, per sua opportuna conoscenza, al ministro dell’Istruzione Bianchi“ – ha sottolineato il Governatore della Campania.

Immediata la reazione delle associazioni e degli esponenti politici indipendenti.

Palmira Pratillo

La modalità di diffusione dei dati dei contagiati nella fascia d’età  scolastica ci appare superflua e forse tesa a gettare ancora una volta un’ombra sulla riapertura sacrosanta delle scuole”. Lo afferma Palmira Pratillo, presidente dell’associazione Scuole Aperte Campania.

Da Scuole Aperte si evidenzia che “è impossibile che i contagi siano avvenuti all’interno delle aule considerato che il virus ha un tempo di incubazione di almeno 3 o 4 giorni e che le scuole sono state riaperte solo l’11 gennaio, senza dimenticare che molti Comuni campani hanno mantenuto le scuole chiuse anche successivamente”. Secondo l’associazione pertanto “è cosa certa che i bambini diventati positivi nella settimana dall’11 al 17 gennaio, e oltretutto individuati anche grazie al tracciamento scolastico, sono necessariamente entrati in contatto col virus in famiglia o durante le attività   ludico-ricreative nel periodo natalizio“. “Ci auguriamo dunque – conclude Pratillo – che questa modalità di gestione del covid frammentaria e caotica possa cambiare quanto prima e che i cittadini possano usufruire di dati trasparenti e soprattutto di una loro lettura univoca a livello nazionale”.

Alessandra Caldoro

Durissima la reazione di Alessandra Caldoro dirigente cittadina di Fratelli d’Italia. “Il presidente De Luca continua il suo attacco alla scuola e pubblica una tabella con i dati dei contagiati. Gli studenti della Campania, già vittime delle sue illegittime chiusure dell’anno scorso, non possono continuare ad essere usati. La scuola è diventato il campo di battaglia nella personale guerra di De Luca contro il Governo, che, tra le altre cose, è del suo stesso partito politico” – dichiara Alessandra Caldoro.  

L’esponente della destra sociale aggiunge: “Fornire dati assoluti, senza contestualizzarli, senza specificare che le scuole si sono riaperte solo da pochi giorni, che in molti comuni sono chiuse e che negli altri molte classi sono in Dad. E’ sbagliato e l’unico scopo è quello di terrorizzare i cittadini. Nelle altre regioni, anche se con difficoltà, si va a scuola. Nella Regione Marche le scuole sono state dotate di ventilazione meccanica controllata,  soluzione che Fratelli d’Italia promuove da tempo”.

Alessandra Caldoro conclude: “In Campania la scuola è accusata e condannata senza prove dal presidente De Luca. Nonostante i dati sulla dispersione scolastica e nonostante le sentenze del Tar, De Luca non si ferma. Non è più accettabile. La scuola è priorità in un paese civile e, come diceva Piero Calamandrei, solo la scuola può trasformare i sudditi in cittadini. De Luca, chiaramente, vuole i campani sudditi. Suoi sudditi”.

Tacciono, come sempre le organizzazioni sindacali.

CiCre

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