E’ capitata anche la domanda: “chi ha inventato la Viennetta Algida”
“Continuano ad arrivarci, e le stiamo raccogliendo, testimonianze sulla vergogna costituita dai test per essere ammessi alla facoltà di Medicina. Continueremo la nostra battaglia, fino in fondo, e invito tutti i nostri concittadini a esprimere la propria protesta o il proprio disprezzo per tutte le forze politiche che non si impegnassero, da subito, a cancellare il numero chiuso per l’accesso a medicina”. Lo dice il governatore campano Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook, appuntamento settimanale che oggi il presidente della Regione dedica per buona parte a questo tema.
De Luca ha parlato di test “demenziali” e che mettono “ai margini i ragazzi che vengono da famiglie di povera gente: sono esclusi tutti quelli che non possono pagarsi test truffaldini e camorristici. Se il governo e le forze politiche non cancelleranno il numero chiuso, meriteranno il disprezzo dei cittadini italiani, avendo dimostrato di essere complici degli affaristi”.
Il governatore legge in diretta alcune segnalazioni inviate da cittadini per segnalare “la demenzialità di questi test”. Ed ecco l’elenco: “Mia figlia – questo il messaggio di una donna – ha trovato la domanda ‘Chi ha inventato la Viennetta Algida?” E, ancora: “è capitata la domanda ‘Che cos’è la grattachecca?'”
Un’altra segnalazione letta da De Luca: “un cittadino salernitano, padre di tre figli, tutti impegnati nei test, chi prima chi dopo, condivide la valutazione sul fatto che sia una truffa, un banchettificio, una discriminazione vergognosa fra giovani di famiglie ricche e povere, avendo toccato con mano tutte queste cose, espone il seguente test posto ai candidati, ancor più significativo: ‘Quale di queste parole non ha nulla in comune con le altre? Sfoggiare, depennare, castità, provare, cromare?’ Dice il concittadino: ‘avrei pensato a castità, perché le altre quattro sono verbi, castità è l’unico sostantivo. Ma sarebbe stata una risposta sbagliata. La risposta esatta era il verbo provare, perché è l’unica parola che non contiene il nome di una città’. Cioè, sfoggiare contiene Foggia, depennare Enna, castità la città di Asti, cromare Roma”.
“Io – controbatte De Luca – darei vent’anni di carcere a chi ha preparato questo test. Subito, a prescindere. O, meglio, lo sottoporrei al programma rieducativo che viene adoperato dalla polizia municipale di Singapore che, come noto, ha in dotazione una frusta di bambù e la utilizza contro chi viola le regole stradali o getta a terra la gomma da masticare. C’è il frustino di bambù, quello sottile… chi ha fatto questo test dovrebbe essere sottoposto alla cura Singapore: venti frustate di bambù sul groppone. È un delinquente, a frustarlo si fa un’opera di bene davanti a nostro Signore”