
Riceviamo e pubblichiamo integralmente
In queste ore sta girando sui social un video organizzato da alcuni medici di Napoli, su iniziativa di un sindacato autonomo, nel quale i i medici si apprestano ad andare al lavoro con “elmetto in testa e giubbotto antiproiettile” per denunciare quanto sia pericoloso svolgere la professione in alcuni territori.
La FP CGIL ritiene questa iniziativa pericolosa, sbagliata e francamente inadeguata, perché semplifica e banalizza un problema molto complesso, quale è quello delle aggressioni al personale sanitario, peraltro utilizzando un linguaggio da guerra in un momento purtroppo in cui ben altre guerre affliggono l’intera umanità.
Un video concepito male dove si fa l’errore di guardare il dito e non la luna, espressione di una cultura che parla per stereotipi e che fa danni incalcolabili.
Nel video si fa passare l’idea che esista una guerra continua tra medici e pazienti, tra lavoratori della sanità e cittadini, dimenticando che sono entrambi vittime di un sistema che nel tempo ha deciso di penalizzare il servizio sanitario pubblico.
Quando si cominciano a negare diritti inalienabili, si conosce da dove si parte, ma non si sa dove si possa arrivare, fino a scendere in abissi che non hanno limiti.
La retorica di guerra, già in voga durante il periodo Covid, deve uscire dalla sanità. Basta e avanza la retorica aziendale!
La questione delle aggressioni al personale sanitario è ben più seria e complicata di quanto la si voglia far apparire dal video incriminato.
Noi crediamo che la violenza non vada mai giustificata, ma è altrettanto necessario tentare di capire cosa ha determinato un fenomeno che è, purtroppo, segno dei tempi.
Bisogna domandarsi, quando, medici e pazienti sono diventati nemici e perché ciò sia accaduto
Se non si affrontano queste questioni e si provano a dare risposte articolate ad un problema serio, grave e complesso, si semplifica e si fa solo facile propaganda attraverso strumenti inadeguati ad un problema gravissimo che attiene alla tenuta sociale incrinata dalla negazione di diritti fondamentali e costituzionalmente garantiti:
- il diritto ad un lavoro dignitoso e sicuro per gli operatori sanitari, che vanno messi nelle condizioni di garantire il diritto dei pazienti
- il diritto alla salute e a cure dignitose per i pazienti
Questi sono i motivi per cui medici e pazienti in un sistema sanitario adeguato non possono e non devono mai essere in conflitto, è necessario ristabilire un clima di fiducia tra i lavoratori ed i cittadini che insieme devono allearsi per difendere e migliorare il nostro Servizio Sanitario Nazionale pubblico.
Da tempo, come FP CGIL ci sforziamo di essere dalla parte dei diritti per un sistema sanitario equo, universale, pubblico e solidale, unico antidoto ad una deriva privatistica, inaccettabile per pazienti e lavoratori, che sta mettendo in discussione la tenuta sociale del nostro paese.
Per questi motivi la FP CGIL il 28 settembre u.s., davanti a molti Pronto Soccorso degli ospedali dell’area metropolitana di Napoli, ha organizzato una giornata di protesta con i lavoratori dell’area della emergenza che hanno indossato al braccio una “fascia nera” in segno di lutto per la imminente “morte” del Servizio Sanitario Nazionale e per testimoniare la negazione del diritto costituzionale alla salute.
Nel corso della iniziativa è stata data voce ai lavoratori, che sono stati oggetto di aggressione fisica e verbale, ma anche ai cittadini per ribadire il patto sociale indispensabile a salvare il S.S.N. minacciato da politiche neoliberiste di austerità.
La gravissima crisi dei servizi di emergenza ospedaliera e territoriale, la carenza di personale, il disagio lavorativo, l’esodo di medici ed infermieri, l’aumento dei cittadini in barella in attesa di ricovero nei Pronto Soccorso sono segni tangibili di una crisi strutturale, che vedono sia i lavoratori che i cittadini “vittime” del nostro sistema sanitario ed alle quali bisogna dare risposte concrete, come abbiamo fatto con le nostre proposte, a partire dalla presenza di presidi di polizia in tutti i P.S.
Questo clima inaccettabile di violenza è favorito dalla cronica carenza di personale in sanità, per questo stiamo raccogliendo firme per un “Piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione”, ma anche dalle politiche di questo Governo che, in Legge di Bilancio, sottofinanzia la spesa per la sanità pubblica, sposta una quota consistente delle risorse al privato accreditato, e utilizza le pensioni dei medici come un “bancomat” per fare cassa!
Per questi motivi la Cgil è da tempo mobilitata e, dopo le iniziative per attuare la Costituzione del 24 giugno e del 7 ottobre, ha proclamato per venerdì 17 Novembre una intera giornata di Sciopero Nazionale per tutti i lavoratori della sanità, della scuola e degli enti locali.
Fp Cgil Campania – Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN Campania