Camorra, l’attacco dei funzionari di polizia ai napoletani: “Cittadini non denunciano”

L’Anfp: “A Napoli le forze dell’ordine svolgono quotidianamente il proprio dovere con straordinaria abnegazione. Non bastano le sterili indignazioni: affinché il nostro impegno possa essere più efficace serve una maggiore collaborazione anche da parte degli abitanti, ancora eccessivamente restii a denunciare ed a dialogare con le forze dell’ordine”

“Il gravissimo episodio verificatosi ieri a Napoli, al rione Sanità, deve ancora una volta spingerci a un riflessione approfondita sul modo in cui è necessario intervenire per il contrasto alla criminalità, organizzata e diffusa, in un contesto urbano di oggettiva complessità”. E’ la premessa per una nota articolata che si risolve in un duro attacco ai cittadini napoletani, accusati di omertà. L’affondo è de segretario dell’Associazione nazionale funzionari di Polizia, Lorena la Spina, che chiede di investire sulla “sicurezza partecipata” con una “maggiore collaborazione anche da parte dei cittadini”. “A Napoli le forze dell’ordine svolgono quotidianamente il proprio dovere con straordinaria abnegazione e impegno, mettendo spesso a repentaglio la propria vita per garantire la sicurezza privata e collettiva, come la cronaca, anche recente, ha tristemente dimostrato – dichiara La Spina – La cooperazione tra forze di polizia e magistratura funziona ed i brillanti risultati investigativi ne costituiscono chiara testimonianza. È chiaro che una maggiore disponibilità di uomini e mezzi potrebbe garantire un più efficace presidio del territorio ed una ancora più capillare attività di controllo e di prevenzione”. L’Anfp non ritiene sufficiente la presenza dei soldati in città, decisa tempo fa dal governo”. “In una fase di particolare criticità, la presenza dell’esercito può contribuire a deflazionare i compiti di vigilanza degli obiettivi fissi, consentendo di restituire risorse preziose al controllo del territorio ed alle attività investigative. Ma – sottolinea il segretario La Spina – non si tratta certo di un intervento risolutivo. Continuiamo a credere che il modello su cui investire sia quello di una sicurezza civile e partecipata, peraltro chiaramente delineato dal legislatore”. “Affinché il nostro impegno possa essere più efficace serve, però, una maggiore collaborazione anche da parte dei cittadini – ribadisce – ancora eccessivamente restii a denunciare ed a dialogare con le forze dell’ordine. Si tratta di un contributo indispensabile per garantire il corretto e tempestivo avvio delle indagini, soprattutto perché gli elementi che un testimone oculare è in grado di fornire non possono essere sostituiti nemmeno dal migliore degli investigatori”. “Non bastano più – rincara La Spina – le sterili indignazioni che si susseguono all’esito di ogni sparatoria, di ogni uccisione, delle troppe innocenti ‘vittime del caso’, che pesano sulla coscienza di tutti- Serve, invece, che ciascuna componente della società civile ed ogni singola parte delle istituzioni si faccia integralmente carico dei propri compiti e delle proprie responsabilità, in modo da giocare il ruolo che le compete in questa articolata e difficile partita”. E c’è anche una postilla:” Tema scottante resta quello della (in)certezza della pena, che contribuisce ad alimentare un clima di incertezza nella collettività, compromettendo i vincoli di solidarietà di cui il nostro lavoro ha invece assoluto bisogno”.

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