Camorra, Cosentino condannato a 9 anni

La sentenza pronunciata dopo 5 ore di camera di consiglio

La sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è stata pronunciata dopo una camera di consiglio durata oltre 5 ore. L’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino è stato condannato a 9 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica, oltre a vedersi comminata la misura di sicurezza della libertà vigilata di due anni, da scontare dopo la pena. Alla lettura del verdetto l’imputato non era presente, dopo essere stato in mattinata in aula insieme ai figli e ai fratelli. Nel processo Eco 4, dal nome del consorzio di rifiuti casertano di cui sarebbe stato il dominus, l’ex coordinatore regionale di Fi era l’unico alla sbarra. Attualmente è agli arresti domiciliari in provincia di Isernia, dopo una carcerazione preventiva di oltre due anni.

 

COSENTINO COLPEVOLE PER I GIUDICI, MA CADONO PARTE DELLE ACCUSE – Ci sono volute 141 udienze dal marzo di 5 anni fa per arrivare ad una prima pronuncia su Cosentino, che secondo i magistrati della Dda di Napoli sarebbe stato il referente nazionale del clan dei Casalesi. O almeno lo sarebbe stato fino al 2005, nell’interpretazione dei giudici. Il collegio presieduto da Giampaolo Guglielmo – giudici a latere Rosaria Dello Stritto e Pasquale D’Angelo – non ha accolto del tutto la ricostruzione dell’accusa, che aveva chiesto una condanna a 16 anni. I giudici hanno escluso inoltre l’ipotesi del riciclaggio, concernente il presunto cambio da parte di Cosentino degli assegni bancari consegnatigli da emissari del clan, ipotesi ricompresa in quella principale di concorso esterno. I magistrati hanno ritenuto la sussistenza della colpevolezza fino all’8 dicembre 2005, mentre per il pm Alessandro Milita le condotte incriminate sarebbero andate avanti dal 1980 fin quasi ai giorni nostri. I legali di Cosentino hanno annunciato ricorso in appello.

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