Baiano, Avella e Mugnano del Cardinale: appalti e clan, arrestati imprenditori e commercianti

Sono 7 gli arrestati, un altro indagato sfuggito alla cattura.  Le indagini sono partite da due omicidi

Le indagini sono partite da due omicidi, avvenuti 3 anni fa nella zona di Baiano, tra Irpinia e agro nolano. Furono uccisi due imprenditori, Fortunato Miele e Francesco Basile, e gli autori non sono stati ancora individuati. Ma indagando si è arrivati a scoprire una presunta organizzazione criminale che riusciva a convincere imprenditori che rifiutavano di cedere quote di appalti o di rifornirsi presso commercianti amici, convocandoli nell’azienda di uno degli affiliati. In quel posto sarebbero avvenuti pestaggi violenti o minacce a mano armata. E la minaccia della armi serviva a convincere anche funzionari comunali riluttanti. Sette persone sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea. Un altro indagato è riuscito a sfuggire alla cattura. Le accuse agli indagati sono, a vario titolo, di usura, estorsione, minacce aggravate, turbata libertà degli incanti, porto e detenzione illegale di armi e corruzione. Tutte Per gli inquirenti, ad esempio, il funzionario del Comune di Baiano avrebbe percepito tra i 10 e i 20mila euro per posticipare i termini di una gara e consentirne l’aggiudicazione dei lavori a una ditta che non aveva i requisiti. L’obiettivo dell’organizzazione, denonimata “Nuovo Ordine di Zona”, sarebbe stato di gestire in maniera monopolistica la fornitura del calcestruzzo e le attività economiche del settore edile attraverso la commissione di reati contro la persona e il patrimonio. Fortunato Miele fu freddato da due killer in moto il 31 luglio del 2013 davanti ad una chiesa di Baiano, mentre si celebrava un matrimonio. Francesco Basile era un piccolo imprenditore edile ucciso davanti al cancello del proprio cantiere. Sulla scorta dei primi riscontri investigativi, vennero messe sotto controllo le utenze telefoniche di Guerriero e Miele, attraverso le quali si è delineata l’attività del gruppo, con riscontri definiti inoppugnabili dagli investigatori.

 

UN’OFFERTA CHE NON SI PUO’ RIFIUTARE – “Ti faremo un’offerta che non potrai rifiutare”. Una celebre battuta del film “Il Padrino” sarebbe la frase più usata al telefono, per convincere imprenditori ad accettare improbabili soci, “amici’ della cosca”, negli appalti pubblici vinti.  Le frasi sono state intercettate dai carabinieri. Le vittime sarebbero state invitate a prendere un caffè “perché sai che il nostro è il più buono”. Un imprenditore taglieggiato sarebbe stato anche costretto a restituire uno dei due mezzi edili acquistati e regolarmente pagati all’organizzazione. Oltre alle cimici, gli investigatori sono ricorsi ai pedinamenti ma anche ai droni. Il quadro probatorio si è avvalso anche di quanto emerso da una precedente indagine che lo scorso anno coinvolse e vide condannati due degli attuali indagati: avrebbero sequestrato un imprenditore e i suoi figli per convincerli a far entrare la loro impresa nell’appalto per il rifacimento della rete fognaria nel Comune di Baiano. Da allora, altri imprenditori decisero di collaborare con i carabinieri.

 

GLI INDAGATI ARRESTATI – In carcere sono finiti Antonio Guerriero, 56 anni imprenditore pregiudicato di Avella; Girolamo Miele, 53 anni operaio pregiudicato di Avella, Luigi Esposito, 47 anni commerciante, e Giovanni Sanseverino, commerciante 61enne di Mugnano del Cardinale. Ai domiciliari Bernardo Natale, imprenditore 39enne, Vincenzo Noviello 49enne di Baiano e il funzionario comunale di Baiano Carmine Libertino di 55 anni.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest