Appalti truccati a Benevento, 8 arresti tra cui il presidente della Provincia

Ai domiciliari anche il sindaco del comune di Buonalbergo. Le indagini sono partite grazie alla denuncia di due impiegati pubblici che hanno rifiutato offerte di denaro

Terremoto politico nel Sannio. Indagato per turbativa d’asta il presidente della provincia di Benevento Antonio Di Maria, finito questa mattina agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della procura sannita sugli appalti nelle province di Benevento e Caserta e nel Comune di Buonalbergo. “Il presidente della provincia non è indagato per corruzione”, ha chiarito in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Benevento Aldo Policastro. Misura cautelare anche il sindaco Buonalbergo Michelantonio Panarese.

Sono complessivamente 18 le misure cautelari a cui questa mattina hanno dato esecuzione i carabinieri del comando provinciale di Benevento. Otto persone sono finite agli arresti domiciliari, mentre nei confronti di dieci soggetti sono state eseguite misure interdittive del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.

Si tratta di pubblici ufficiali in servizio nell’ente della Provincia di Benevento, imprenditori e professionisti, che sono stati ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo e in concorso tra loro, dei delitti di corruzione aggravata, turbata libertà  degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti in relazione procedure pubbliche di appalto e dei reati di tentativo di induzione indebita a dare o a promettere altre utilità , tentata concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico.

L’inchiesta, supportata da intercettazioni e dall’uso del trojan installato nel cellulare di un indagato, è nata nel 2019 – è stato detto durante la conferenza stampa cui hanno preso parte il comandante provinciale dei Carabinieri di Benevento Germano Passafiume, il tenente colonnello dell’Arma Alfredo Zerella e il procuratore Aldo Policastro – in seguito alle denunce di un architetto che aveva raccontato un presunto tentativo di corruzione.


Riteniamo – ha aggiunto il procuratore – di aver acquisito elementi in ordine a una attività  di turbativa delle attività  pubbliche che non era estemporanea o occasionale, ma assistiamo a una preordinata e sistematica violazione e deviazione dalla correttezza nell’affidamento degli appalti”. Le indagini sono partite grazie alla denuncia di due pubblici ufficiali “che hanno rifiutato offerte di denaro, decidendo – ha sottolineato Policastro – di denunciare le pressioni subite”

L’inchiesta, in particolare, riguarda 11 procedure pubbliche di appalto indette e/o gestite dalla Provincia di Benevento, dalla Provincia di Caserta e dal Comune di Buonalbergo. Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura, ha portato all’arresto oltre che del presidente Di Maria (50 anni) e del sindaco Panarese (53), anche di Angelo Carmine Giordano (61) di Solopaca, Mario Del Mese (43) di Salerno, Giuseppe Della Pietra (62) di Nola, Raffaele Pezzella (65) di Casal di Principe (Caserta), Nicola Laudato (51) di Campolattaro e Antonello Scocca (57) di Benevento. Nello stesso provvedimento del giudice è stato poi adottato per dieci professionisti, tutti della provincia di Benevento, il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.

Tutti sono stati ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo e in concorso tra loro, dei delitti di corruzione aggravata, turbata libertà  degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

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