Il ministro svela il piano per l’emergenza criminalità in città e provincia: accendere le telecamere spente, distaccare investigatori dai reparti speciali

ROMA – Nel giorno in cui l’ennesima operazione antidroga racconta di genitori che fanno “scuola di pusher” ai figli, il ministro Alfano gonfia il petto per il calo di reati nell’area metropolitana di Napoli, al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Toni baldanzosi, una sbandierata decrescita a due cifre del crimine. Annuncia anche un piano in “cinque pilastri”, che rischia di essere fumo negli occhi, tra le consuete promesse di raccordo tra strutture investigative e l’attivazione di telecamere di videosorveglianza spente da anni. C’è anche la promessa di distaccare in Campania un imprecisato numero di 007 anticlan. Intanto l’allarme resta alto tra città e provincia, e non si capisce perché Alfano si congratuli con se stesso.

“Il controllo capillare del territorio a Napoli e nella sua provincia  – afferma il titolare del Viminale – ha già ottenuto sensibili risultati che adesso puntiamo a incrementare. Nella provincia di Napoli, infatti, nei primi sette mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra un trend decrescente del – 6,3 per cento dell’indice di delittuosità”. I dati parlano della diminuzione delle rapine (- 17,1 per cento), dei furti (- 0,9 per cento) e dei reati in materia di stupefacenti (- 10,8 per cento). Più persone denunciate e arrestate (+ 27,3 per cento) e quello relativo all’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati: dal primo gennaio a oggi sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 927 beni per un valore di quasi 300 milioni di euro, mentre sono stati confiscati 80 beni per un valore di oltre 11 milioni di euro. Proprio perché non ci accontentiamo, vogliamo fare ancora di più e ancora meglio per garantire ai cittadini onesti di vivere senza paura e per assicurare alla giustizia i criminali.

“A seguito di un’attenta ricognizione e di una puntuale analisi – precisaAlfano – abbiamo individuato cinque pilastri intorno ai quali ruoteranno le attività di contrasto al crimine organizzato. Questo consentirà di raccordare le attività di repressione con quelle di alto impatto e di prevenzione, aumentando, tra l’altro, la presenza delle Forze di Polizia nei quartieri più disagiati, a garanzia del rafforzamento del livello di sicurezza dei cittadini che ne avranno, così, immediata e diretta percezione”.

 

I cinque pilastri
1. Più sinergia e raccordo tra le strutture investigative sotto l’egida della Procura distrettuale di Napoli, coordinata della Direzione Nazionale Antimafia, e quelle di prevenzione e controllo del territorio, coordinate dal prefetto di Napoli, con il supporto del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
2. Più investigatori attraverso il rafforzamento delle strutture della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con la previsione del distacco di operatori dei reparti speciali SCO, ROS, SCICO e DIA.
3. Più operazioni ad alto impatto sul territorio (perquisizioni per blocchi edifici, controllo di quartieri a rischio, ecc) con l’impiego di 200 unità di rinforzo delle Forze di Polizia.
4. Più impianti di video sorveglianza  mediante il ricorso a fondi europei anche attraverso il ripristino di oltre 300 telecamere non funzionanti sulle circa 700 esistenti.
5. Più efficienza e razionalità nella gestione delle chiamate di emergenza attraverso l’attivazione anche in Campania del Numero Unico di Emergenza – (NUE ) 112».

 

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